Fitto verso Bruxelles, la sostituzione in bilico
A fine novembre, Raffaele Fitto dovrebbe lasciare il suo incarico di ministro per assumere il ruolo di commissario europeo. La sua nomina, se confermata, lo vedrebbe ricoprire anche la carica di vicepresidente esecutivo della nuova Commissione europea. La sua partenza ha aperto un rebus per la sua sostituzione, con la premier Giorgia Meloni che starebbe valutando diverse opzioni.
Secondo alcune indiscrezioni, la Meloni starebbe prendendo in considerazione l’ipotesi di affidare il portafoglio del ministro pugliese a una figura tecnica, in grado di gestire i dossier più delicati come il Pnrr e i Fondi di coesione. Questa scelta sarebbe dettata dalla volontà di evitare ulteriori polveroni mediatici, come quelli che hanno riguardato il precedente ministro Sangiuliano e il suo successore, Alessandro Giuli.
L’audizione di Fitto e le sfide in vista
Fitto, nel frattempo, si sta preparando per la sua audizione al Parlamento europeo, prevista per il 12 novembre. L’esame si preannuncia impegnativo, con i suoi avversari politici che hanno già espresso la loro intenzione di mettere alla prova il suo europeismo. Per superare il voto in commissione, Fitto avrà bisogno del sostegno di una maggioranza qualificata, che comprende Popolari e Sovranisti oltre al suo partito, Ecr.
La giornata dei sei vicepresidenti, che si aprirà con l’audizione di Fitto e della popolare Kaja Kallas, sarà comunque da brividi. L’esito dell’audizione determinerà il futuro di Fitto e avrà un impatto significativo sulla nomina del suo successore.
Le opzioni in gioco per la sostituzione
La premier Meloni starebbe valutando diverse opzioni per la sostituzione di Fitto. Oltre alla figura tecnica, si starebbe considerando anche la possibilità di suddividere le 4 deleghe ora in mano a Fitto (Pnrr, coesione, Affari europei e Sud) tra più persone. Un’altra ipotesi in gioco è quella di mantenere l’interim, almeno per un primo periodo.
La decisione finale sulla sostituzione di Fitto è ancora in bilico e dipenderà anche dall’esito dell’audizione al Parlamento europeo e dalle future evoluzioni politiche.
Incognite e pressioni sul governo
Sullo sfondo di questa situazione, resta anche l’incognita della posizione della ministra del Turismo, Daniela Santanché, su cui pendono due rinvii a giudizio. La sua permanenza nel governo è incerta e potrebbe portare a ulteriori cambiamenti nel panorama politico.
La premier Meloni si trova quindi a dover gestire una serie di pressioni e incognite, mentre cerca di trovare la soluzione migliore per la sostituzione di Fitto e per garantire la stabilità del governo.
Un momento delicato per il governo Meloni
La scelta della sostituzione di Fitto rappresenta un momento delicato per il governo Meloni. La premier dovrà trovare un equilibrio tra le esigenze politiche, la necessità di garantire la competenza e la stabilità del governo. La scelta di una figura tecnica potrebbe essere una soluzione pragmatica per gestire i dossier cruciali del Pnrr e dei Fondi di coesione, ma potrebbe anche essere interpretata come una mancanza di fiducia nei confronti dei propri alleati. Sarà interessante vedere come si evolverà la situazione nei prossimi giorni e quale sarà la decisione finale della premier Meloni.