Roccella: “Non ho mai istigato nessuno a denunciare”
La ministra alla Famiglia, alla Natalità e alle Pari Opportunità Eugenia Roccella ha respinto le accuse di aver istigato medici e altri soggetti a denunciare in relazione alla legge Varchi sulla maternità surrogata. In un’intervista rilasciata a margine di un evento, Roccella ha affermato di aver semplicemente espresso un’ovvietà, ovvero che i pubblici ufficiali, inclusi i medici, hanno il dovere di segnalare eventuali violazioni delle leggi.
“Io non ho mai istigato nessuno a denunciare, né i medici né altri. Del resto, da libertaria, non ho mai denunciato nessuno, mi sono semmai autodenunciata, perché penso che se una legge non piace, si fa una battaglia per cambiarla, o si fa disobbedienza civile assumendosene le conseguenze: non si cerca di eluderla”, ha dichiarato la ministra.
Il dovere di segnalazione e il dilemma dei medici
Roccella ha sottolineato che il codice penale prescrive per i medici sia la segnalazione della notizia di reato sia un’eccezione nel caso in cui il paziente possa avere conseguenze penali. “E’ un dilemma che i medici affrontano da sempre. A nessuno però verrebbe in mente di parlare di ‘delazione’ quando i medici esercitano questa responsabilità di fronte, per esempio, a sospetti casi di violenza, di abuso su minori, di incidenti sul lavoro, o ancora di obbligo vaccinale, o di traffico di organi”, ha aggiunto la ministra.
La maternità surrogata: un ‘orrore’ per Roccella
La ministra ha ribadito la sua convinzione che la maternità surrogata sia un ‘orrore’ e che la legge italiana sia un atto di ‘grande civiltà’. “La verità” – ha affermato Roccella – “è che l’utero in affitto da alcuni non è percepito come reato, e neanche come un disvalore”. La ministra ha aggiunto che la legge italiana è stata accolta con entusiasmo dalle reti internazionali del femminismo abolizionista, che condividono la posizione della Cassazione e della Consulta, secondo cui la maternità surrogata è un ‘orrore’.
La legge Varchi e la battaglia contro la maternità surrogata
La legge Varchi, istituita nel 2019, ha introdotto il reato universale per la maternità surrogata. La legge ha suscitato un ampio dibattito e ha diviso l’opinione pubblica. Da un lato, i sostenitori della legge sostengono che la maternità surrogata sia una forma di sfruttamento delle donne e che la legge sia necessaria per tutelare i diritti dei bambini nati da questa pratica. Dall’altro lato, i critici della legge sostengono che la maternità surrogata sia una scelta personale e che la legge violi il diritto alla libertà riproduttiva. La battaglia contro la maternità surrogata è destinata a continuare, con la legge Varchi al centro del dibattito.
Considerazioni personali
La dichiarazione di Roccella solleva una serie di questioni delicate. Il dovere di segnalazione dei medici è un tema complesso, che pone interrogativi sull’equilibrio tra la tutela della salute e la privacy dei pazienti. La legge Varchi sulla maternità surrogata è un esempio di come le norme giuridiche possano riflettere le diverse visioni etiche e morali della società. È importante promuovere un dibattito aperto e informato su questi temi, che coinvolga tutti gli attori interessati, per giungere a soluzioni che tutelino i diritti di tutti.