Un’Europa sempre più vulnerabile agli eventi estremi
Le recenti inondazioni in Spagna, causate dal fenomeno della Dana, sono solo l’ultimo esempio di come l’Europa stia subendo gli effetti del cambiamento climatico. Negli ultimi anni, il continente ha assistito ad un aumento significativo di eventi estremi, come inondazioni, siccità e ondate di calore. Secondo Dino Zardi, fisico dell’atmosfera all’Università di Trento, il comune denominatore di questi eventi è l’aumento delle temperature, che sta rendendo l’atmosfera più umida e instabile. L’atmosfera più umida, infatti, sviluppa più facilmente moti verticali di sollevamento dovuti alla convezione, causando precipitazioni più copiose e intense.
I dati raccolti negli ultimi decenni confermano questa tendenza: negli ultimi 30 anni, le inondazioni in Europa hanno colpito 5,5 milioni di persone, causando quasi 3.000 vittime e oltre 170 miliardi di euro di danni economici. L’anno 2023, in particolare, è stato particolarmente difficile: le inondazioni hanno interessato circa 1,6 milioni di persone e hanno causato circa l’81% delle perdite economiche dell’anno dovute agli impatti del cambiamento climatico sul continente. Un terzo della rete fluviale europea ha visto flussi superiori alla soglia di piena ‘elevata’, e si sono registrati livelli record nei principali bacini tra cui la Loira, il Reno e il Danubio.
Il 2023 è stato anche l’anno dell’alluvione in Slovenia, Croazia e Austria, colpite ad agosto, e della grande alluvione in Emilia Romagna a maggio. Anche il 2021 è stato un anno pesante, con il disastroso fenomeno che si è abbattuto su Germania e Belgio a luglio, con un bilancio complessivo di oltre 240 vittime. Ad agosto è stata la volta della Turchia, con più di 70 vittime.
Un’alternanza di eventi estremi
Nonostante l’aumento degli eventi estremi, il 2022 è stato un anno anomalo in senso opposto: in termini di precipitazioni, è stato più secco del 10% rispetto alla media e le condizioni di umidità del suolo sono state le seconde più basse degli ultimi 50 anni. Per i fiumi europei è stato l’anno più secco mai registrato in termini di area interessata, con il 63% che ha sperimentato flussi inferiori alla media.
Tuttavia, il 2024 non è iniziato con un segno di tregua: la coda dell’uragano Kirk ha colpito l’Italia una decina di giorni fa, le piogge torrenziali hanno causato una ventina di morti in Bosnia a inizio ottobre, e poi ancora l’alluvione in Costa Azzurra a fine settembre, quella che ha colpito Piemonte e Valle d’Aosta a luglio, quella che ha stravolto il sud della Germania lo scorso giugno o ancora la tempesta Henk che si è rovesciata su Francia e Gran Bretagna a gennaio.
Questi eventi dimostrano che l’Europa è sempre più vulnerabile agli effetti del cambiamento climatico e che le sfide che ci attendono sono complesse e richiedono un’azione urgente e coordinata a livello internazionale.
Un futuro incerto
La crescente frequenza e intensità di eventi estremi come le inondazioni è un chiaro segnale di allarme. Il cambiamento climatico è una realtà innegabile e le sue conseguenze si stanno manifestando in modo sempre più evidente. È fondamentale che i governi e le istituzioni internazionali collaborino per adottare misure concrete per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e per adattarsi alle nuove condizioni. La sfida è complessa, ma non possiamo permetterci di ignorarla. Il futuro del nostro pianeta e delle nostre comunità dipende dalla nostra capacità di agire in modo responsabile e proattivo.