BYD in Europa: la fabbrica in Ungheria è pronta
BYD, il costruttore cinese di auto elettriche, non si lascia intimorire dai dazi europei e prosegue con i suoi piani di espansione nel Vecchio Continente. Alfredo Altavilla, special advisor per il mercato europeo dell’azienda, ha dichiarato che la fabbrica in Ungheria è pronta per l’apertura a settembre, indipendentemente dai dazi imposti dalla Commissione Europea.
“Il governo italiano stava facendo uno sforzo senza precedenti per l’attrattività di nuovi costruttori auto, poi in Europa qualcuno si è inventato i dazi ma non ha fatto i conti con Ungheria e Turchia che hanno preso gli stabilimenti più grossi”, ha sottolineato Altavilla.
Secondo il manager, i dazi sono una “killer application” che potrebbe portare a una reazione da parte della Cina. Altavilla si augura che sia l’ammontare che la durata dei dazi vengano rivisti.
Critica agli incentivi e ai dazi
Altavilla ha espresso anche la sua contrarietà agli incentivi per il settore automobilistico, definendoli una “malsana droga”.
“Non credo che gli incentivi siano la soluzione per il settore automobilistico”, ha affermato. “Sono una “malsana droga” che crea dipendenza e non aiuta a sviluppare una reale competitività.”
Il futuro di BYD in Europa
La decisione di BYD di aprire una fabbrica in Ungheria dimostra la sua determinazione a conquistare il mercato europeo. L’azienda punta a diventare un player importante nel settore delle auto elettriche, offrendo un’alternativa ai costruttori tradizionali.
L’apertura della fabbrica in Ungheria è un passo importante per BYD, ma non è l’unico. L’azienda sta investendo anche in ricerca e sviluppo, con l’obiettivo di sviluppare tecnologie innovative per la mobilità elettrica.
Considerazioni personali
La decisione di BYD di aprire una fabbrica in Ungheria nonostante i dazi europei è un segnale importante. Dimostra la fiducia dell’azienda nel mercato europeo e la sua determinazione a diventare un player importante nel settore delle auto elettriche. Tuttavia, la questione dei dazi rimane un problema aperto. La Commissione Europea dovrebbe rivalutare la sua posizione, tenendo conto delle conseguenze negative che i dazi potrebbero avere sul mercato automobilistico europeo. Un approccio più collaborativo tra Europa e Cina potrebbe portare a una soluzione più sostenibile e vantaggiosa per entrambi i blocchi.