Elkann rinuncia all’audizione parlamentare
Il presidente di Stellantis, John Elkann, ha comunicato al presidente della Commissione attività produttive della Camera, Alberto Gusmeroli, che non si presenterà in Parlamento per essere ascoltato dai parlamentari sulla situazione dell’automotive in Italia. La decisione è stata comunicata tramite una lettera in cui Elkann ribadisce “la disponibilità a un dialogo franco e rispettoso” e spiega che Stellantis “prosegue le interlocuzioni con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy nell’ambito del tavolo di confronto istituito presso il dicastero, in attesa della convocazione ufficiale presso la Presidenza del Consiglio”.
Nella lettera, Elkann fa riferimento alle mozioni approvate dalla maggioranza dell’assemblea della Camera dei deputati il 16 ottobre che impegnano il Governo a convocare entro la fine dell’anno un tavolo con tutte le parti interessate a Palazzo Chigi. “Non essendoci aggiornamenti dall’audizione dello scorso venerdì 11 ottobre da Lei stesso presieduta non abbiamo nulla da aggiungere rispetto a quanto già illustrato dall’amministratore delegato”, spiega ringraziando il presidente della X Commissione e i parlamentari “per l’attenzione che stanno dedicando al settore dell’automotive e alle sue evoluzioni in Italia, in Europa e nel mondo”.
La reazione di Fontana
La notizia della missiva ha colto di sorpresa Lorenzo Fontana, presidente della Camera, che ha risposto con durezza. “Apprendo con sconcerto da fonti di stampa – si legge in una nota – che il Presidente di Stellantis non vorrebbe riferire in Parlamento sulla situazione aziendale. Mi auguro che questa posizione possa essere presto chiarita. Scavalcare il Parlamento sarebbe un atto grave”, commenta Fontana.
Un’audizione che non si terrà
La decisione di Elkann di non presentarsi in Parlamento per essere ascoltato sulla situazione dell’automotive in Italia solleva alcune questioni importanti. Da un lato, è comprensibile la volontà di Stellantis di concentrarsi sul dialogo con il governo e con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, in un momento in cui il settore automotive si trova ad affrontare sfide complesse, come la transizione verso la mobilità elettrica e la crescente competizione globale. Dall’altro, il mancato confronto con il Parlamento rischia di alimentare un clima di sfiducia e di alimentare le tensioni tra il governo e le aziende, in un momento in cui la collaborazione è fondamentale per affrontare le sfide del futuro. Sarà interessante vedere come si svilupperà la situazione nei prossimi mesi, e se il governo riuscirà a convocare il tavolo di confronto a Palazzo Chigi come previsto dalle mozioni approvate dalla Camera.