Il Ministro Pichetto Fratin critica le politiche europee sull’elettrico
Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha espresso forti dubbi sulla fattibilità degli obiettivi europei per la mobilità elettrica al 2035, dichiarando: “Non ho cambiato idea dai tempi in cui ero allo Sviluppo Economico, con il tavolo automotive: la realtà è che al 2035 non si arriva, non si sta in piedi”.
Il Ministro ha sottolineato la necessità di un approccio più pragmatico e flessibile, affermando che “la tecnologia può darci tutte le opportunità per motori endotermici ed elettrici” e che “l’ideologismo puro non è ammissibile”. Pichetto Fratin ha espresso la sua convinzione che l’elettrico avrà un ruolo importante nel futuro, ma ha anche sottolineato la necessità di rivalutare le strategie in corso d’opera, con la possibilità di cambiare idea già nel 2025-2026.
La questione dei biocarburanti e l’influenza degli interessi nazionali
Il Ministro ha anche affrontato la questione dei biocarburanti, evidenziando come la posizione di Bruxelles, aperta ai carburanti sintetici ma non ai biocarburanti, sia influenzata da interessi nazionali. Pichetto Fratin ha definito la situazione come una “guerra di interessi”, con Paesi come la Francia, che produce energia elettrica dal nucleare, e altri che puntano sulla produzione di e-fuel, che si oppongono all’Italia, grande produttore di biocarburanti.
Il Ministro ha sottolineato l’importanza di un’azione coordinata tra Italia e Germania, due Paesi strettamente legati nel settore automotive, con il 40% delle componenti di un veicolo tedesco di origine italiana. Pichetto Fratin ha ribadito la necessità di un’azione congiunta per sostenere la produzione e la modernizzazione del sistema, garantendo al contempo un’energia più pulita e meno costosa.
Il ritorno all’energia nucleare e la posizione del Governo
Il Ministro ha poi affrontato la questione del ritorno all’energia nucleare in Italia, evidenziando la necessità di questa scelta per garantire la continuità energetica in un futuro in cui il consumo energetico è destinato a raddoppiare. Pichetto Fratin ha sottolineato che le energie rinnovabili non sono in grado di garantire la continuità, mentre il nucleare rappresenta una soluzione valida. Il Ministro ha anche evidenziato che l’Italia già oggi importa il 10% dell’energia dalla Francia, che è nucleare.
Pichetto Fratin ha sottolineato la necessità di creare un clima di consenso per l’energia nucleare, anche attraverso la possibilità di un referendum. Il Ministro ha previsto che il Parlamento potrebbe valutare un disegno delega nel 2025 per definire un quadro normativo completo. Pichetto Fratin ha infine dichiarato di prevedere la produzione di energia nucleare a partire dal prossimo decennio.
L’apertura agli investimenti cinesi nel settore automotive
Infine, il Ministro ha espresso la sua posizione sull’arrivo dei gruppi cinesi nel settore automotive italiano, dichiarando che “sono convinto che le chiusure totali non diano mai i risultati sperati”. Pichetto Fratin ha accolto con favore la possibilità di investimenti cinesi in Europa, sottolineando che “l’importante è che siano nel nostro Paese e vengano rispettate tutte le tutele di diritto”.
Il Ministro ha ribadito l’apertura dell’Italia agli investimenti, affermando che “noi siamo aperti agli investimenti”.
Riflessioni sul futuro della mobilità
Le dichiarazioni del Ministro Pichetto Fratin aprono un dibattito importante sul futuro della mobilità in Europa. La sua critica alle politiche europee sull’elettrico, seppur condivisa da molti esperti del settore, solleva la questione della necessità di un approccio più pragmatico e flessibile alla transizione energetica. La sua posizione sull’energia nucleare, pur controversa, evidenzia la necessità di trovare soluzioni concrete per garantire la continuità energetica in un contesto di crescente domanda di energia. L’apertura agli investimenti cinesi nel settore automotive, infine, dimostra la volontà di aprirsi a nuove opportunità di crescita e sviluppo, pur con la necessaria attenzione alla tutela del mercato interno e dei lavoratori.