Intercettazione su Mattarella
Un’intercettazione nell’ambito dell’inchiesta di Milano sui dati rubati ha sollevato un’allarmante questione: l’esistenza di un’email intestata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che sarebbe stata intercettata. Nunzio Samuele Calamucci, uno degli arrestati, afferma in una conversazione con Carmine Gallo, anch’egli arrestato, di aver inviato una mail a venti persone, più tre email, tra cui una intestata a Mattarella con nome e cognome corrispondenti all’account del Presidente. I magistrati, nei loro atti, riportano che Calamucci e Gallo “lasciano intendere – di aver intercettato (…) un indirizzo email assegnato alla massima carica dello Stato, il Presidente Sergio Mattarella o comunque di essere riusciti (…) a utilizzare abusivamente o a clonare il predetto account.”
Dubbi sulla veridicità
Nonostante l’affermazione degli arrestati, i magistrati esprimono dubbi sulla veridicità di questa intercettazione. Al momento, infatti, non vi sono prove concrete a supporto delle parole di Calamucci e Gallo. L’unica evidenza è la conversazione intercettata, che non fornisce dettagli specifici sulla modalità di intercettazione o sull’utilizzo dell’account. L’indagine è in corso e si sta cercando di accertare la veridicità delle affermazioni degli arrestati.
Considerazioni
La notizia dell’intercettazione di un account email intestato al Presidente della Repubblica è estremamente grave, se confermata. Se si dovesse accertare la veridicità delle affermazioni degli arrestati, si aprirebbe un grave problema di sicurezza informatica per la massima carica dello Stato. Tuttavia, è fondamentale attendere i risultati delle indagini prima di trarre conclusioni definitive. La vicenda solleva importanti interrogativi sulla sicurezza dei dati e sulla protezione delle informazioni sensibili, in particolare per le figure di alto profilo come il Presidente della Repubblica.