Un memoriale di 80 pagine
Filippo Turetta, il 23enne accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin, ha depositato un memoriale di 80 pagine in cui racconta in dettaglio il delitto e il suo tormento interiore. Il documento, scritto a mano e al computer durante la detenzione, è stato depositato venerdì scorso durante l’udienza in cui Turetta ha deposto al processo in Corte d’Assise. Nel memoriale, Turetta descrive in modo agghiacciante il femminicidio, rivelando un’ossessione per la vittima e un’immagine agghiacciante della violenza perpetrata. ”
Un’ossessione fotografica
Un particolare inquietante emerso dal memoriale è la compulsione di Turetta a fotografare Giulia. “Ogni volta che ci vedevamo facevo tante foto a Lei o a entrambi insieme. Mi piaceva farlo ed era un’abitudine. Ci saranno almeno tra le 15mila e le 20mila foto nella galleria del mio cellulare”, scrive Turetta. Il giovane sostiene che Giulia non fosse infastidita da questo comportamento, ma la mole di fotografie suggerisce un’ossessione che potrebbe essere interpretata come un segno di possessività.
L’omicidio e la fuga
Turetta racconta nel dettaglio l’omicidio, avvenuto il 11 novembre 2023. Dopo un pomeriggio di shopping al centro commerciale “Nave de Vero” di Marghera, Turetta e Giulia si sono diretti in un luogo appartato, dove il giovane ha aggredito la ragazza con un coltello, infliggendole 75 coltellate. Nel memoriale, Turetta descrive la scena con un agghiacciante realismo, raccontando come ha colpito Giulia ripetutamente, senza riuscire a fermarsi, fino a quando la ragazza è morta.
Il rimpianto e la fuga
Dopo l’omicidio, Turetta è fuggito in Germania, dove ha cercato di suicidarsi. Durante la fuga, ha ripercorso le foto di Giulia, cercando di trovare la forza per affrontare il suo gesto estremo. Turetta afferma di non aver mai voluto colpire Giulia sul viso, e che la cosa lo ha inorridito. Il rimpianto è evidente nel memoriale, ma non è chiaro se sia un rimpianto per la vita di Giulia o per le conseguenze del suo gesto.
Un racconto agghiacciante
Il memoriale di Filippo Turetta è un racconto agghiacciante di violenza e ossessione. La descrizione dettagliata del delitto e il rimpianto espresso da Turetta non possono nascondere la gravità del suo gesto. È importante ricordare che la violenza sulle donne è un problema grave e diffuso, e che è necessario agire per prevenirla e combatterla. La testimonianza di Turetta è un monito a non sottovalutare i segnali di pericolo e a denunciare ogni forma di violenza.