Un premio per l’inclusione e la rieducazione
La 18° edizione del premio letterario “Città di Castello”, organizzato dall’associazione culturale “Tracciati virtuali” e dalla società Dante Alighieri, con il sostegno del Comune, della Regione e Provincia di Perugia, ha visto un’importante novità: la creazione di una nuova sezione speciale dedicata ai detenuti. “Destinazione altrove. La scrittura come esplorazione di mondi senza tempo” ha premiato tre reclusi con opere di poesia e racconti brevi, provenienti da 22 istituti penitenziari. Il primo classificato è stato un recluso a Roma-Rebibbia con il racconto autobiografico “Le cose come sono”, seguito da un detenuto di Firenze “Gozzini” con il testo poetico “L’infernale Commedia” e da una reclusa nella casa circondariale di Latina con la poesia “A mia madre”.
Il premio rappresenta un’iniziativa lodevole che promuove l’inclusione e la rieducazione attraverso la scrittura, offrendo ai detenuti un’opportunità di espressione e di crescita personale. “Si tratta di un ulteriore e significativo passo in avanti dell’amministrazione penitenziaria che sta procedendo con forte impegno a offrire ai detenuti in esecuzione della pena occasioni di rafforzamento educativo”, ha dichiarato il capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo.
Un segnale di speranza per il recupero dei detenuti
La cerimonia di premiazione ha visto la partecipazione di diverse autorità, tra cui il capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo, la vicepresidente del Senato, Anna Rossomando, il procuratore generale di Perugia, Sergio Sottani, e la senatrice Giulia Bongiorno, presidente della Commissione Giustizia del Senato. Tutti hanno sottolineato l’importanza di iniziative come questa per la rieducazione dei detenuti e per la loro reinserimento nella società. “Iniziative come questa – ha aggiunto Russo – danno una spinta molto importante per far sì che in questo mandato rieducativo che la Costituzione ci impone il detenuto possa finalmente non solo sentirsi ma essere effettivamente una persona diversa”.
Il senatore Walter Verini ha evidenziato la situazione drammatica delle carceri italiane, con problemi di sovraffollamento, mancanza di personale, di formazione e lavoro. “Non sono da Paese civile”, ha affermato. “Occorrerebbero interventi radicali, che purtroppo non si fanno. Poi ci sono iniziative come questa, che rappresentano un segnale, un seme di grande valore, di speranza. Dare voce e visibilità, con la poesia, con gli scritti, a persone che scontano una pena perché hanno sbagliato vuol dire che si crede nella possibilità di recupero”.
Il sindaco di Città di Castello ha ribadito l’importanza del premio letterario che porta il nome della città.
Un’iniziativa che merita di essere replicata
Il premio letterario “Città di Castello” rappresenta un esempio virtuoso di come la cultura può essere un potente strumento di inclusione e di rieducazione. La sezione speciale dedicata ai detenuti è un’idea innovativa che merita di essere replicata in altre realtà. La scrittura, come mezzo di espressione e di riflessione, può aiutare i detenuti a riconnettersi con se stessi e con il mondo esterno, offrendo loro una prospettiva di futuro e di speranza.