Una marcia di protesta contro la cabinovia
Migliaia di persone, stimate tra le tremila e le quattromila, hanno sfilato oggi in centro a Trieste per protestare contro il progetto di cabinovia del Comune, che collegherebbe il Porto Vecchio al Carso. La manifestazione, indetta dal comitato No Ovovia, ha visto la partecipazione di cittadini di ogni età, dai bambini agli anziani, che hanno sfilato con bandiere azzurre con il logo di un uovo e cartelli. Il corteo, partito intorno alle 18 da piazza Oberdan, era aperto da persone con tamburi e altri strumenti, seguiti da uno striscione che recitava “Ovovia: ora basta!”
Durante la marcia, che ha attraversato diverse strade del centro, si sono visti numerosi altri striscioni con slogan come “Non dalle nostre tasche”, “La grande idiozia” e “No ovovia si tram”. Il corteo si è concluso in piazza Unità d’Italia.
Le ragioni della protesta
I partecipanti alla manifestazione sostengono che la cabinovia avrebbe un forte impatto ambientale e chiedono un’alternativa più sostenibile e meno costosa. Il progetto della cabinovia, infatti, richiederebbe una spesa di circa sessanta milioni di euro. Di recente si è appreso che l’opera non verrà più finanziata con i fondi del Pnrr e il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile (Mit) sta cercando di reperire altri fondi.
Il Comitato No Ovovia e la petizione a Bruxelles
Il Comitato No Ovovia ha inviato a Bruxelles una petizione con oltre diecimila firme contro il progetto della cabinovia. Il comitato si batte per un’alternativa più sostenibile e meno costosa, che possa contribuire allo sviluppo della città senza danneggiare l’ambiente.
Un dibattito aperto
La protesta contro la cabinovia a Trieste solleva un dibattito importante sulla sostenibilità dei progetti infrastrutturali e sulla necessità di valutare attentamente l’impatto ambientale delle opere pubbliche. È fondamentale che le decisioni siano prese in modo trasparente e che la voce dei cittadini sia ascoltata. Il Comitato No Ovovia ha dimostrato la sua determinazione nel difendere l’ambiente e la sostenibilità, e la petizione inviata a Bruxelles è un segnale importante della loro volontà di far sentire la propria voce a livello internazionale.