Il Premio Friuli Storia 2024 assegnato a Sergio Luzzatto
Lo storico Sergio Luzzatto ha vinto l’11/a edizione del Premio Friuli Storia 2024 con il suo libro “Dolore e furore. Una storia delle Brigate Rosse” (Einaudi). Il premio, istituito dall’omonimo sodalizio culturale diretto dal professor Tommaso Piffer, docente all’ateneo friulano, è stato consegnato a Udine. La cerimonia ha visto la partecipazione del direttore del quotidiano Secolo XIX Michele Brambilla, autore del volume “L’eskimo in redazione. Quando le Brigate Rosse erano sedicenti” (Ares), e del presidente di Friuli Storia, lo storico ed editorialista Ernesto Galli della Loggia. Sono intervenuti anche i finalisti dell’edizione 2024, gli storici e saggisti Michele Todero e Filippo Triola.
Un’analisi approfondita delle Brigate Rosse
Nel suo libro, Luzzatto si interroga sulle origini del terrorismo in Italia e sul perché il movimento del ’68 abbia preso una piega così violenta nel nostro Paese. L’autore esplora le radici del fenomeno, analizzando il ruolo dei “maestri” e il contesto storico-politico che ha contribuito alla nascita delle Brigate Rosse. Luzzatto si chiede: “se fossero effettivamente dei cattivi maestri o se il movimento estremista della lotta armata fosse andato avanti per conto suo, indipendentemente dalle lezioni che quei ragazzi avevano appreso nel mondo dell’università o altrove”.
Il Sessantotto e la sua evoluzione in Italia
Luzzatto si focalizza anche sul perché la lotta armata abbia avuto successo in Italia, e in parte in Germania, ma non altrove. L’autore osserva come l’Italia, dal punto di vista del movimento, abbia seguito una dinamica che ha coinvolto tutto l’Occidente, ma il terrorismo abbia colpito il nostro Paese in maniera più severa che altrove. Si chiede quindi: “perché quel movimento per molti aspetti emancipatore, libertario e progressivo, che è stato il Sessantotto sia diventato sempre di più un’altra cosa, e perché sia successo in Italia e non altrove”.
Un racconto personale e coinvolgente
Il libro si apre con due lettere scritte nel 1969-1970, nelle quali due giovani parlano del progetto di fondare una società comunista. Dieci anni dopo, uno sparerà all’altro. Luzzatto spiega: “Mi è sembrato che tutto questo dolore e tutto questo furore potessero essere raccontati solo così, mettendo a fuoco questi personaggi e facendo una storia locale”. La scelta di narrare la storia attraverso il racconto di personaggi specifici rende il libro ancora più coinvolgente e personale.
Un’analisi critica e profonda
Il libro di Sergio Luzzatto offre un’analisi critica e profonda delle Brigate Rosse, indagando sulle loro origini e sul loro sviluppo. L’autore riesce a mettere in luce le complessità del fenomeno, mostrando come la violenza sia stata un’evoluzione di un movimento inizialmente emancipatore e progressivo. La sua analisi è arricchita da un’attenta ricostruzione storica e da un’acuta osservazione del contesto sociale e politico dell’epoca.