L’Italia al quarto posto in Europa per brevetti universitari
L’Italia si conferma un importante polo di innovazione a livello universitario, posizionandosi al quarto posto in Europa per numero di atenei che hanno depositato almeno una domanda di brevetto nel periodo 2000-2020. Lo studio dell’Ufficio Europeo dei Brevetti (Epo), che ha analizzato i dati di circa 1.200 università europee, evidenzia che ben 79 atenei italiani hanno presentato richieste di brevetto, per un totale di 7.088 brevetti, pari al 6,6% di tutte le richieste provenienti da università europee.
Il Politecnico di Milano si conferma leader in Italia con 809 domande, seguito da Università di Milano (682), Università Sapienza di Roma (502), Università di Bologna (472) e Politecnico di Torino (419).
Un trend in crescita: l’innovazione universitaria in Europa
Le richieste di brevetto provenienti dalle università europee rappresentano una quota significativa del panorama dell’innovazione, con un trend in costante crescita. Nel 2019, le università europee hanno depositato il 10,2% di tutte le richieste di brevetto, un dato che evidenzia il crescente ruolo delle università nella ricerca e sviluppo di nuove tecnologie.
Questa tendenza è in crescita dal 2000, quando la quota di brevetti universitari era solo del 6,2%. L’Epo sottolinea come le università europee stiano diventando sempre più protagoniste nel panorama dell’innovazione, contribuendo in modo significativo allo sviluppo di nuove tecnologie e soluzioni per le sfide del futuro.
L’Italia e le collaborazioni internazionali
L’Italia, con un tasso di registrazione di brevetti leggermente inferiore alla media europea (8,6%), presenta un’importante caratteristica: quasi due terzi degli atenei (62%) hanno presentato, in media, meno di una domanda di brevetto all’anno. Questo dato evidenzia una concentrazione di richieste in un numero limitato di istituti, con circa la metà delle richieste che si concentrano in appena il 5% degli atenei.
Un altro aspetto interessante è la tendenza delle università italiane a collaborare con altri enti e istituti. Il 39% delle domande di brevetto italiane presenta un co-richiedente, un dato che denota una forte propensione alla collaborazione e all’integrazione con il mondo esterno.
I settori di punta: medicina, biologia e tecnologie digitali
Lo studio dell’Epo evidenzia come i settori della medicina e della biologia siano i più attivi in termini di brevetti universitari. Le richieste di brevetto si concentrano principalmente su farmaceutica, tecnologia medica, biotecnologia e ottica. Le tecnologie informatiche e la comunicazione digitale si confermano anch’esse settori di grande interesse per le università europee, con un numero crescente di brevetti in questi ambiti.
Un futuro brillante per l’innovazione italiana
I dati dello studio dell’Epo confermano il ruolo importante dell’Italia nel panorama dell’innovazione universitaria europea. La presenza di 79 atenei che depositano brevetti, con il Politecnico di Milano in testa alla classifica, dimostra una forte spinta verso la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie. L’Italia ha un grande potenziale per crescere ulteriormente in questo settore, soprattutto se si considera il trend in crescita delle richieste di brevetto a livello europeo. Il futuro dell’innovazione italiana è promettente, con le università che giocano un ruolo sempre più centrale nello sviluppo di soluzioni per le sfide del futuro.