La censura si abbatte su ‘Avetrana – Qui non è Hollywood’
Un caso che sta suscitando un acceso dibattito nel mondo dell’audiovisivo italiano è quello della serie tv “Avetrana – Qui non è Hollywood”, bloccata dal tribunale di Taranto su richiesta del Comune di Avetrana. Il ricorso, accolto dal tribunale, chiede la rettifica del titolo, accusato di ledere l’immagine del paese. Il sindaco di Avetrana, secondo le associazioni di autori e sceneggiatori, avrebbe ritenuto il titolo offensivo, indipendentemente dal contenuto della serie, ancora sconosciuto al pubblico.
Le associazioni 100autori, Anac e WGI, che rappresentano la maggioranza degli autori e sceneggiatori italiani, hanno espresso la loro preoccupazione per questo caso, definendolo “eclatante” e sottolineando come non si tratti di una semplice diffamatoria personale, ma di un’ingerenza da parte di un’amministrazione pubblica.
Il diritto di raccontare la realtà: un problema tutto italiano
Le associazioni sottolineano come questo sia un problema tipico del panorama italiano, che si sta aggravando negli ultimi anni. La paura di essere accusati di diffamazione e di dover sospendere una produzione o una messa in onda sta spingendo le case di produzione e i broadcaster a limitare la libertà creativa degli autori. Questa situazione crea un clima di oppressione che rende difficile raccontare la realtà italiana, con le sue luci e le sue ombre, e minaccia la verosimiglianza e la credibilità delle serie tv e dei film.
Le associazioni citano esempi di film e serie tv ambientati in diverse città italiane, come “Romanzo Criminale” per Roma, “La saponificatrice di Correggio” per Correggio, “Roma Violenta”, “Milano calibro 9”, “Napoli spara!” e “Gangs of New York”, sottolineando che nessuno dei sindaci di queste città ha mai contestato il titolo di queste opere.
Un precedente pericoloso per la libertà creativa
Il caso di “Avetrana – Qui non è Hollywood”, ispirato a un libro e a fatti realmente accaduti, solleva preoccupazioni per il futuro della libertà creativa in Italia. Le associazioni si augurano che i giudici valutino con serenità il caso e che la serie possa essere realizzata, ma il fatto che un tribunale abbia accolto un ricorso di questo tipo è un precedente pericoloso che rischia di aprire la strada a future ingerenze.
Le associazioni si chiedono cosa avrebbero dovuto fare gli autori per evitare questo problema: “Cosa avrebbero dovuto fare gli autori, ambientarla a Paperopoli?”
Un futuro incerto per la creatività italiana
Il caso di Avetrana rappresenta un campanello d’allarme per la libertà creativa in Italia. La crescente pressione da parte di amministrazioni pubbliche e di soggetti privati rischia di soffocare la capacità degli autori di raccontare la realtà in modo autentico e senza censure. È fondamentale che le istituzioni si impegnino a tutelare la libertà di espressione e a garantire agli autori la possibilità di raccontare storie senza timore di ripercussioni legali. La cultura italiana rischia di perdere la sua voce se non si troverà un equilibrio tra la tutela dell’immagine di un territorio e la libertà di espressione degli artisti.