Un tesoro musicale riscoperto
Alessandro Marangoni, pianista di ricerca e appassionato cultore della musica italiana meno conosciuta, ha intrapreso un’impresa ambiziosa: dare vita a una registrazione integrale dei concerti per pianoforte di Vittorio Rieti, un compositore italiano del Novecento che, pur avendo raggiunto un certo successo internazionale, è stato in seguito dimenticato dalla critica musicale.
Il cd, in uscita l’8 novembre per l’etichetta Naxos, presenta non solo l’integrale dei concerti per pianoforte di Rieti, ma anche un doppio concerto con la partecipazione del compositore e pianista Orazio Sciortino e l’Orchestra Sinfonica di Milano diretta da Giuseppe Grazioli.
“Mi eseguono poco ma in tutto il mondo”, così Rieti riassumeva la sua carriera, una carriera che lo ha visto crescere nella comunità internazionale egiziana e studiare musica a Milano, quasi in segreto rispetto alla famiglia che lo voleva erede dell’agenzia di commercio di famiglia.
Nonostante la sua musica sia stata apprezzata da figure di spicco come Balanchine e Diaghilev, che gli commissionarono due balletti per i Ballets Russes, Rieti è stato in gran parte dimenticato dalla critica musicale. Forse la sua naturalizzazione negli Stati Uniti, dove fuggì nel 1940 per sfuggire alle persecuzioni antiebraiche, e l’influenza dei suoi maestri Respighi e Casella, hanno contribuito a relegarlo nell’ombra.
Un talento riscoperto
“Le sue partiture rivelano non solo istinto e originalità ma anche una grande sapienza compositiva per la scrittura pianistica e quella orchestrale”, osserva Marangoni. Anche Orazio Sciortino, compositore e pianista che ha collaborato al progetto, si è espresso con entusiasmo sulla musica di Rieti: “La musica di Rieti è una finestra su un Novecento musicale che ancora poco si conosce. I suoi lavori orchestrali, in particolar modo i Concerti per pianoforte e per due pianoforti e orchestra, sono un raro esempio di perizia compositiva, caratterizzati da una scrittura orchestrale sempre raffinata e che non cede ai cliché.”
Questa nuova registrazione rappresenta quindi un’occasione preziosa per riscoprire un talento dimenticato e per ampliare la nostra conoscenza del panorama musicale italiano del Novecento. La musica di Rieti, con il suo stile melodico e neoclassico, offre un’alternativa al panorama atonale che ha dominato il Novecento europeo e ci invita a riconsiderare il valore di un compositore che ha saputo coniugare tradizione e innovazione.
Un’occasione per rivalutare il passato
La riscoperta di Vittorio Rieti è un esempio di come la storia della musica possa riservare sorprese e di come la critica musicale possa a volte essere miope. L’oblio in cui è caduto Rieti è un monito a non dare per scontato il valore di un artista, anche se non è in linea con le tendenze dominanti. La sua musica, con la sua bellezza melodica e la sua sapienza compositiva, merita di essere riscoperta e apprezzata da un pubblico più ampio.