Incentivi a restare al lavoro più a lungo
La manovra di bilancio non ha introdotto nuove strette sull’accesso alla pensione anticipata, ma si concentra sulla convenienza per i lavoratori a restare al lavoro il più a lungo possibile. L’obiettivo è quello di incentivare la permanenza in azienda, anche per far fronte alla crescente carenza di manodopera e al ricambio generazionale. L’aumento del bonus Maroni, che consente ai lavoratori che hanno raggiunto i requisiti per Quota 103 di ricevere in busta paga i contributi a carico del lavoratore, è un esempio di questa strategia. Inoltre, la manovra prevede la possibilità per la pubblica amministrazione di trattenere i dipendenti fino a 70 anni, con il consenso del lavoratore stesso, per far fronte a esigenze funzionali e per svolgere attività di tutoraggio e affiancamento ai neoassunti.
Pensioni minime: un aumento minimo
Per quanto riguarda le pensioni minime, la manovra prevede un aumento inferiore rispetto a quello del 2024, con un incremento di appena tre euro. La pensione minima passerà dai 614,77 euro attuali a 617,9 euro nel 2025. Questo aumento, che è stato definito ‘un’elemosina’ da alcuni esponenti politici, non ha convinto i sindacati e i consumatori, che lo ritengono insufficiente.
Altre misure di flessibilità in uscita
La manovra conferma le misure di flessibilità in uscita come l’Ape sociale, Opzione donna e Quota 103 con le regole previste per il 2024. Viene introdotta anche la possibilità per chi è interamente nel sistema contributivo di usare la rendita dei fondi pensione integrativi per raggiungere l’importo dell’assegno sociale, necessario per andare in pensione a 67 anni a fronte di 20 anni di contributi.
Il futuro del sistema pensionistico
La manovra di bilancio presenta un quadro complesso e sfumato. Da un lato, si cerca di incentivare la permanenza al lavoro, con misure che puntano sulla convenienza economica per i lavoratori e sulla necessità di far fronte alla carenza di manodopera. Dall’altro, l’aumento minimo per le pensioni minime solleva interrogativi sulla sostenibilità del sistema pensionistico e sulla tutela dei lavoratori con redditi più bassi. In un contesto di crescente incertezza economica e sociale, è fondamentale che il dibattito pubblico si concentri sulle soluzioni a lungo termine per garantire un sistema pensionistico equo e sostenibile per tutti.