Il mancato pagamento del contributo unificato estingue il processo
Una novità introdotta dalla manovra finanziaria rischia di avere un impatto significativo sul sistema giudiziario italiano. Il mancato pagamento, o anche il pagamento parziale, del contributo unificato, il tributo che si paga per avviare un processo, comporterà l’estinzione del giudizio.
Secondo la nuova norma, alla prima udienza il giudice, verificato l’omesso o il parziale pagamento, assegnerà alla parte 30 giorni di tempo per il versamento o l’integrazione del contributo e rinvierà l’udienza ad una data immediatamente successiva. Se entro la scadenza il pagamento non sarà avvenuto, il giudice dichiarerà l’estinzione del giudizio.
Ambito di applicazione della norma
La nuova norma si applica alle controversie disciplinate dal rito del lavoro e al processo esecutivo. Non si applica, invece, ai procedimenti cautelari e possessori.
Questa distinzione potrebbe generare disparità di trattamento tra diversi tipi di procedimenti, con il rischio di penalizzare chi si trova coinvolto in un processo di lavoro o esecutivo.
Considerazioni personali
L’introduzione di questa norma solleva diverse questioni. Da un lato, si può comprendere la necessità di garantire l’equità e la sostenibilità del sistema giudiziario, assicurando che i costi del processo siano sostenuti da chi lo avvia. Dall’altro, la rigidità della norma rischia di penalizzare chi, per motivi economici o per errori procedurali, non riesce a versare il contributo unificato in tempo. Sarebbe opportuno valutare l’introduzione di meccanismi di flessibilità che tengano conto delle situazioni individuali e che garantiscano un accesso al processo equo e accessibile a tutti.