La bufera sulle lezioni di Teorie di genere e queer
La bufera sulle lezioni di Teorie di genere e queer all’Università di Sassari parte da Sassari, passa da Roma e diventa internazionale. Il corso bis di Federico Zappino, ricercatore e docente dell’ateneo del nord Sardegna, è da alcune settimane al centro di accese polemiche: era stato attivato già dallo scorso anno, ma ora il caso sta esplodendo a furia di petizioni e raccolte di firme pro e contro.
Quasi 1.200 le firme per chiedere al ministero di bandire “l’ideologia gender” non solo dalla scuola dell’obbligo e superiore, ma anche dall’università; circa 3.000 invece le sottoscrizioni di intellettuali e accademici schierati a difesa dell’articolo 33 della Costituzione che sancisce la libertà di insegnamento.
La vicenda era approdata anche in Parlamento con una interrogazione del leghista Rossano Sasso, sfociata in una vera e propria bagarre nell’aula della Camera. Nel frattempo si è fatta avanti la filosofa americana Judith Butler, tra le maggiori esponenti mondiali del pensiero queer: è la prima firmataria di una lettera aperta, indirizzata alla ministra dell’Università Anna Maria Bernini, a sostegno del docente dell’ateneo sassarese.
La difesa dei colleghi e il richiamo alla libertà di insegnamento
Oggi una lettera analoga è arrivata da un altro gruppo di colleghi di Zappino. “L’odioso attacco diretto dall’onorevole Sasso colpisce tutte e tutti noi e va respinto con decisione – scrivono i docenti del Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali e del Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione – Nell’esprimergli la nostra solidarietà, ricordiamo, con preoccupazione ma anche con fermezza, quanto garantito dal dettato costituzionale.
“L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento’, così stabilisce l’art. 33 che attesta in modo inequivocabile la libertà di ricerca e insegnamento come specificazione della libertà di manifestazione del pensiero”.
Un attacco alla circolazione delle idee
Un attacco alla circolazione delle idee, secondo i firmatari: “Non è ammissibile una ingerenza esterna nel merito nel caso specifico di un corso universitario, tenuto da un docente in possesso dei requisiti scientifici e accademici, fondato su fonti riconosciute dalla comunità scientifica e rivolto a persone adulte che, esercitando il proprio diritto allo studio e la libertà di scelta, scelgono all’interno di una offerta formativa ampia e costruita in funzione del pluralismo democratico”.
Un dibattito complesso e delicato
La vicenda delle lezioni di Teorie di genere e queer all’Università di Sassari solleva un dibattito complesso e delicato che tocca questioni di libertà accademica, pluralismo e rispetto delle diverse opinioni. È fondamentale garantire la libertà di insegnamento e di ricerca, ma anche promuovere un confronto aperto e rispettoso tra le diverse posizioni. La difesa della libertà accademica non può prescindere da un’attenta analisi delle implicazioni etiche e sociali delle teorie affrontate, e da una costante attenzione alla necessità di promuovere un ambiente di apprendimento inclusivo e rispettoso delle diverse identità e orientamenti.