Un thriller psicologico che affronta il tema della violenza domestica
Il nuovo romanzo di Sebastian Fitzek, maestro di best seller, torna in Italia con ‘Portami a casa’ (Fazi editore), un thriller psicologico che affronta il delicato tema della violenza domestica. Il libro si svolge in una sola notte, lungo il filo di una (quasi) ininterrotta telefonata, e vede come protagonisti Julius, voce della helpline dedicata alle donne che tornano a casa di notte e cercano chi faccia loro compagnia lungo il tragitto, e Klara, una donna che ha subito e subisce violenza domestica fino a temere per la propria vita.
La notte di Klara si popola di incubi a partire dalla figura di un serial killer che mostra di sapere molto di lei. Odia le donne e vuole ucciderle ma le accusa anche di essere troppo spesso vittime passive. “Nel mio romanzo il killer è una persona chiaramente disturbata, che ha una visione distorta degli eventi” spiega all’ANSA Fitzek, in Italia in occasione dell’uscita del libro.
Un killer che vuole “aiutare” le donne
L’assassino, secondo Fitzek, “si trova nella situazione disperata e paradossale in cui da un lato vorrebbe aiutare le donne, cercare di spezzare la spirale di violenza. Purtroppo però con i mezzi sbagliati”. L’intento del killer è “quasi di sovvertire il rapporto tra vittima e carnefice, dando la colpa alle donne di ‘essersela cercata’ sostanzialmente, mentre non è mai colpa della vittima se subisce violenza, se viene uccisa.”
Klara, al contrario, “capisce che l’unico modo per rompere questa spirale di violenza è uscire dal ruolo di vittima” spiega l’autore.
Le cause della violenza domestica
Fitzek non si limita a raccontare la violenza domestica, ma cerca anche di analizzarne le cause. “Quello che mi interessa è anche capire come si è arrivati a tanto, perché questi uomini sono così violenti: una domanda che forse troppo poco ci si pone nella nostra società così come si cerca poco di capire come si possa evitare questa violenza” osserva l’autore berlinese.
Fitzek, con la sua formazione da giurista, è abituato a cercare ‘i precedenti’ e, per questo libro, “purtroppo non ho dovuto impegnarmi più di tanto nel fare ricerche”. “Trattandosi di quello che definisco un ‘crimine di massa’ e anche se non sono state colpite persone che figurano direttamente nella mia cerchia di amici, sicuramente nella mia cerchia di conoscenti ci sono state diverse vittime di violenza. Fortunatamente sono riuscite a venirne fuori”.
Un film tratto dal libro
Il libro è già diventato un film per Amazon Prime che in Italia è in arrivo all’inizio del prossimo anno. “Nell’anteprima al festival del cinema di Montecarlo regista e sceneggiatrice hanno chiesto in sala se c’erano donne vittime di violenza e in diverse hanno alzato la mano quasi ad avvallare i numeri delle statistiche. Stessa domanda è stata rivolta a un gruppo di 10 comparse femminili durante le riprese e anche in questo caso purtroppo si è registrato un caso”.
I protagonisti del giallo e il loro passato
I protagonisti del giallo hanno un background molto simile. “E’ stato dimostrato che chi da bambino ha vissuto violenza fisica o psicologica è più propenso a calarsi nei panni della vittima o del colpevole. Con i due personaggi principali del mio romanzo – racconta l’autore – ho voluto descrivere persone che nella loro infanzia hanno avuto esperienze simili ma che si sono poi evolute in direzioni completamente opposte”.
Un libro che invita alla riflessione
‘Portami a casa’ non è solo un thriller avvincente, ma anche un libro che invita alla riflessione sul tema della violenza domestica e sulle sue cause. Fitzek, con il suo stile narrativo coinvolgente, riesce a farci entrare nella mente dei suoi personaggi e a farci vivere la loro storia in prima persona. Un libro che sicuramente lascerà un segno nel lettore.
Un tema importante e attuale
‘Portami a casa’ affronta un tema estremamente importante e attuale, quello della violenza domestica. Il romanzo di Fitzek non solo intrattiene, ma offre anche una riflessione profonda su un problema che affligge la nostra società. La scelta di raccontare la storia attraverso la prospettiva di una vittima e di un killer che la accusa di essere passiva, è un modo efficace per mettere in discussione i pregiudizi e le false credenze che spesso circondano questo tema.