L’arresto di Meta e il suo romanzo
Anita Likmeta, scrittrice e imprenditrice italo-albanese, si è trovata al centro dell’attenzione dopo l’arresto dell’ex presidente albanese Ilir Meta, avvenuto a ridosso delle elezioni. L’imprenditrice, nata a Durazzo (Albania) nel 1985 e arrivata in Italia nel 1997, ha espresso la sua opinione sull’accaduto, sottolineando la sua posizione garantista e la necessità di capire come si evolverà la situazione.
L’occasione per l’intervista è stata la pubblicazione del suo primo romanzo, ‘Le favole del comunismo’, edito da Marsilio e vincitore del premio letterario ‘Il libro della vita’. Il libro, che racconta l’infanzia albanese di Likmeta attraverso il suo alter ego Ari, è stato definito attuale per la sua trattazione del tema delle migrazioni, un argomento centrale nel dibattito pubblico contemporaneo.
L’accordo sui centri migranti e il ruolo dell’Albania
Likmeta ha espresso un giudizio negativo sull’accordo sui centri migranti in Albania, definendolo “un accordo fallimentare” dal punto di vista italiano. Secondo la scrittrice, i fondi destinati a questo progetto avrebbero potuto essere impiegati in modo più efficiente. L’imprenditrice ha sottolineato la situazione di difficoltà che sta vivendo l’Emilia Romagna a causa del maltempo, affermando che la destra potrebbe soccombere al climate change piuttosto che alla “sinistra molle”.
Nonostante le critiche, Likmeta ha riconosciuto un certo senso al progetto dal punto di vista albanese. L’Albania, in un momento di bisogno di fondi, si offre come “discarica delle colpe europee”, con il Primo Ministro Rama che si rende “utile” all’Europa, in particolare all’Italia, suo primo partner commerciale. La scrittrice ha ipotizzato che l’ingresso dell’Albania nell’Unione Europea potrebbe essere nell’interesse dell’UE, in considerazione della possibile destabilizzazione del Kosovo da parte della Serbia, che si sta armando.
La politica e la “praticità”
Likmeta ha definito il tema dei migranti come “economico”, non politico o legato a questioni morali, sostenendo che la politica odierna è “amorale”. La scrittrice ha affermato di essere “completamente integrata” in Italia, ma di essersi scontrata con un’élite che “predica bene e razzola male”, non realmente interessata all’integrazione, ma solo all’utilizzo come “brand”.
Likmeta ha espresso il suo rifiuto di essere associata alla politica albanese, che si “rende comoda” per portare avanti una certa propaganda. Ha ribadito il suo amore per l’Italia e la sua convinzione che la libertà sia il valore più importante.
Riflessioni sull’intervista
L’intervista ad Anita Likmeta offre un’analisi interessante del contesto politico e sociale albanese, in relazione al tema delle migrazioni e al ruolo dell’Albania nell’Unione Europea. Le parole di Likmeta, scrittrice e imprenditrice italo-albanese, rivelano una profonda conoscenza della realtà albanese e una critica lucida alla politica italiana. La sua esperienza personale, intrecciata con la sua visione politica, offre una prospettiva unica e significativa sul panorama attuale.