Razionamento idrico in Sardegna: cinque comuni a secco a giorni alterni
La grave siccità che sta colpendo la Sardegna ha raggiunto un punto di svolta, con l’introduzione di misure drastiche per il razionamento dell’acqua in cinque comuni del Nuorese e della Gallura. A partire da oggi, Abbanoa, il gestore idrico regionale, sarà costretta a chiudere i rubinetti dei cittadini di Siniscola, Posada, Torpè, Budoni e San Teodoro, come stabilito dal tavolo regionale di crisi permanente per la situazione del sistema Posada.
Il sistema di razionamento prevede l’alternanza dell’approvvigionamento dell’erogazione per la durata di 24 ore e la chiusura della rete per le successive 24. L’obiettivo è quello di risparmiare quasi mezzo miliardo di litri di acqua del bacino di Maccheronis e coprire il fabbisogno dei centri serviti per un periodo maggiore.
Il primo giorno di chiusura dell’acqua sarà martedì 22 ottobre 2024 a Posada, Budoni e San Teodoro. A Siniscola, a causa di lavori urgenti del Consorzio di Bonifica sulla rete delle “acque grezze”, il primo giorno di stop è anticipato a oggi. L’erogazione sarà garantita nei giorni successivi di martedì 22 ottobre e mercoledì 23 ottobre, per poi riprendere le chiusure a giorni alterni giovedì 24 ottobre tra le 8 e le 10 del mattino.
Gli invasi al minimo storico: la risorsa idrica in Sardegna è al collasso
La situazione degli invasi in Sardegna è drammatica. L’ultimo dato ufficiale dell’Autorità di bacino sarda, riferito al 30 settembre scorso, indicava 1,5 milioni di metri cubi di acqua su 25 invasabili nel bacino di Maccheronis a Torpè, oltre 1 milione in meno della rilevazione fatta al 31 agosto. Secondo quanto apprende l’ANSA, però, la situazione è peggiorata ulteriormente: le ultime precipitazioni hanno sollevato l’asticella di poche decine di millimetri e la risorsa utilizzabile è sotto la soglia degli 800.000 mc.
I dati ufficiali del sistema monitoraggio della città in Sardegna confermano la gravità della situazione: le dighe isolane contengono poco più del 40% dell’acqua utilizzabile per l’irrigazione e ad uso potabile, ovvero 745,5 milioni di metri cubi rispetto agli 805 milioni di fine agosto 2024. A settembre 2023, gli invasi contenevano circa un 999 milioni di metri cubi d’acqua, il 55% della capacità massima.
La scarsità di acqua ha già portato a restrizioni sul settore irriguo, e ora si estende anche all’approvvigionamento idrico per la popolazione. La situazione è particolarmente critica nel Nuorese, dove il bacino di Maccheronis è al collasso.
L’urgenza di un piano di gestione delle risorse idriche
La grave siccità che sta colpendo la Sardegna mette in luce l’urgenza di un piano di gestione delle risorse idriche più efficace e sostenibile. La dipendenza da invasi artificiali, che sono soggetti a forti variazioni di livello a causa delle precipitazioni, rende il sistema vulnerabile alle siccità. È necessario investire in infrastrutture di captazione e stoccaggio dell’acqua piovana, promuovere la riforestazione e la gestione sostenibile del territorio per preservare la risorsa idrica e garantire la sicurezza idrica per la popolazione e per l’economia dell’isola.