Un viaggio nel cuore del poliziottesco italiano
Katiuscia Magliarisi, con il suo “Il Ruggito della Strada” (Milieu Edizioni, pp. 192, Euro 16.50), ci conduce in un viaggio avvincente nel cuore del poliziottesco italiano. Il libro, un saggio-noir ricco di spunti e riflessioni, si presenta come un’analisi critica e personale di questo genere cinematografico, che ha segnato la storia del cinema italiano degli anni ’60 e ’70.
Attraverso un’alternanza sapiente di critica cinematografica e memorie personali, Magliarisi ripercorre la genesi ed evoluzione del poliziottesco, con un focus particolare su alcuni dei suoi esponenti più rappresentativi.
Stelvio Massi e il fascino del poliziotto ribelle
Tra i registi analizzati da Magliarisi, spicca la figura di Stelvio Massi, noto per film come “Squadra volante” (1974), con Tomas Milian nei panni di Tomas Ravelli, un poliziotto ribelle sulle tracce della banda del ‘Marsigliese’. Magliarisi descrive con dovizia di particolari il personaggio di Mark, interpretato da Franco Gasparri, un commissario intellettuale e riservato, con un passato da studente universitario e una spiccata propensione per la solitudine.
“Mark ha fatto l’università, è gentile e parla poco. Mark ha una 44 Magnum fuori ordinanza e veste casual. E se il chandleriano Marlowe ha il gatto, Mark invece ha Whisky, un docile San Bernardo”, scrive l’autrice, evidenziando il fascino di questo personaggio ambiguo e complesso, che incarna la figura del poliziotto solitario e tormentato, tipico del genere.
Fernando Di Leo: Un maestro del poliziottesco
Un altro maestro del genere, Fernando Di Leo, non poteva mancare nella carrellata di Magliarisi. L’autrice dedica un capitolo a “I ragazzi del massacro” (1969), tratto dal romanzo di Giorgio Scerbanenco, un film che ha conquistato anche l’apprezzamento di Quentin Tarantino.
Magliarisi analizza con attenzione il film, mettendo in luce i suoi elementi distintivi e la sua influenza sul genere poliziottesco.
Le radici del poliziottesco: “Il rossetto” di Damiano Damiani
Per chi desidera conoscere le origini del genere, Magliarisi consiglia di recuperare “Il rossetto” (1960) di Damiano Damiani, un film che anticipa alcuni temi e stilemi del poliziottesco. “Una ragazzina ha assistito all’omicidio di una donna, si innamora però dell’assassino che la seduce per sfuggire alla giustizia”, racconta l’autrice, definendo il film “di vivaci ragazzine intente a scoprire il mondo dei grandi. S’incontrano, spettegolano, vanno al cinema, s’innamorano; alcune poi imparano le regole di un gioco pericoloso e diventano artiste del ricatto per soddisfare i loro capricci senza comprendere il peso di quanto fanno.”
Magliarisi mette in luce la complessità di questo film, che affronta temi come la violenza, la corruzione e la ricerca di identità in un contesto sociale in fermento.
Un’analisi multiforme
Il libro non si limita a un’analisi puramente cinematografica, ma si arricchisce di citazioni letterarie, che contribuiscono a creare un quadro completo e multiforme del poliziottesco. Tra gli autori citati da Magliarisi, troviamo Alfonso Brezmes, Don DeLillo e Alberto Moravia, che con le loro opere hanno contribuito a delineare il contesto sociale e culturale in cui il genere ha preso forma.
“Il Ruggito della Strada” si presenta come un’opera di grande spessore, che riesce a coniugare la passione per il cinema con un’analisi critica profonda e un tocco personale che rende la lettura ancora più coinvolgente.
Un viaggio appassionante nel mondo del poliziottesco
“Il Ruggito della Strada” di Katiuscia Magliarisi è un’opera che invita a riscoprire il poliziottesco italiano, un genere che ha saputo catturare l’immaginario collettivo e che continua a esercitare un fascino particolare. L’autrice, con la sua profonda conoscenza del genere e il suo stile coinvolgente, ci accompagna in un viaggio appassionante, ricco di spunti di riflessione e di analisi critica. Il libro è un’ottima lettura per chi desidera approfondire la storia del cinema italiano e per chi ama il genere poliziottesco in tutte le sue sfaccettature.