Misure fiscali per le banche: un incasso di 4 miliardi di euro
Il governo italiano punta a incassare 4 miliardi di euro nel 2025 e 2026 da misure fiscali che riguardano le banche. Lo si legge nella relazione illustrativa alla Manovra, dove si specifica che l’obiettivo è di recuperare 2.541,6 milioni di euro nel 2025 e 1.526,1 milioni di euro nel 2026.
Le misure in questione comprendono il rinvio delle deduzioni sulle Dta, le imposte differite attive delle banche, e il limite per il 2025 dell’utilizzabilità delle perdite e delle eccedenze Ace.
Gli acconti saranno recuperati dagli istituti di credito negli anni successi, dal 2027 fino al 2030.
Implicazioni per le banche
Queste misure fiscali avranno un impatto significativo sulle banche italiane, che dovranno affrontare un periodo di maggiore pressione fiscale. Il rinvio delle deduzioni sulle Dta e il limite per l’utilizzabilità delle perdite e delle eccedenze Ace ridurranno la redditività degli istituti di credito, con possibili conseguenze sulla loro capacità di erogare credito e di sostenere l’economia reale.
Resta da vedere come le banche reagiranno a queste misure e quali saranno le conseguenze a lungo termine per il sistema finanziario italiano.
Un’analisi critica
Personalmente, ritengo che queste misure fiscali possano avere un impatto negativo sul sistema bancario italiano. Il rischio è che le banche, per compensare la perdita di redditività, possano aumentare i tassi di interesse sui prestiti o ridurre la loro propensione al credito, con conseguenze negative per l’economia reale. È importante che il governo monitori attentamente l’impatto di queste misure e che sia pronto a intervenire in caso di necessità per mitigare eventuali effetti indesiderati.