Un’amicizia forgiata sul set e sul palcoscenico
La serie “Maquina: il pugile”, recentemente sbarcata su Disney+, è frutto della collaborazione tra Gael Garcia Bernal e Diego Luna, due attori che hanno condiviso un lungo percorso artistico, iniziato fin da bambini sul set della soap messicana “Un amore di nonno” (1992). La loro amicizia si è consolidata sul palcoscenico e poi al cinema, con il film “Y tu mamà tambien” di Alfonso Cuaron, che ha segnato il loro debutto come protagonisti.
“Siamo cresciuti tutti e due in un contesto teatrale, la nostra amicizia si è forgiata insieme al lavoro. Ci hanno unito una disciplina, un rigore, ma anche l’amore per le sfide, una follia, un’audacia molto speciali”, spiega Bernal, sottolineando come la loro amicizia sia sopravvissuta al tempo e alle difficoltà del mondo dello spettacolo. “Diego mi dice spesso che non oserebbe fare certe cose se non le facessimo insieme e a me succede solo stesso. E’ raro mantenere un’amicizia come la nostra in quest’ambiente. Invece per noi si è rafforzata, è migliorata e continua a crescere. Ha contato molto anche che le nostre madri si volessero molto bene, ci hanno permesso di unire amicizia e lavoro”.
La boxe come metafora della vita
La serie “Maquina: il pugile” racconta la storia di Esteban ‘La Máquina’ Osuna (interpretato da Bernal), un pugile che, dopo una rovinosa sconfitta, si ritrova a dover affrontare la trappola del successo e i misteri che si celano dietro il mondo della boxe. La sua carriera è legata a una rete di accordi sottobanco e a segreti che il pugile non conosce. La proposta di un nuovo match evento svela la verità su Esteban, che si ritrova a dover fare i conti con i suoi demoni e con il pericolo che incombe sulla sua famiglia, in particolare sulla sua ex moglie Irasema (Eiza Gonzalez), giornalista sportiva.
Bernal e Luna hanno scelto di raccontare la storia di un pugile in decadenza perché, come spiega Bernal, “sappiamo che i boxer proprio quando si avvicinano al ritiro, cominciano a fare più soldi”. La boxe, secondo gli attori, è uno sport che richiama i meccanismi dello star system, con il suo circo di soldi e interessi. “Abbiamo sempre saputo di voler raccontare un pugile in decadenza, perché sappiamo che i boxer proprio quando si avvicinano al ritiro, cominciano a fare più soldi”. La boxe “è uno sport nobile ma richiama anche certi meccanismi dello star system, muove un circo di soldi e interessi”.
La fuga dal successo
Bernal e Luna hanno voluto parlare “di una fuga dal successo in una società che va in direzione opposta, nella quale si pensa a non perdere il proprio status, ma nella vita i confini tra vincere e perdere sono molto più labili”. La serie “Maquina: il pugile” è un’analisi profonda e complessa del mondo della boxe e del suo impatto sulla vita dei pugili, ma anche un’esplorazione della natura umana e della difficoltà di lasciare andare il successo, anche quando questo significa mettere a rischio la propria salute e la propria felicità.
La serie è un’opera di grande intensità emotiva, che riesce a catturare l’attenzione del pubblico grazie alla sua trama avvincente e alla bravura degli attori. “Maquina: il pugile” è un’opera che invita a riflettere sul valore della vita, sul significato del successo e sulla difficoltà di lasciare andare il passato. È un’opera che non lascia indifferenti e che rimane impressa nella mente del pubblico a lungo dopo la visione.
L’amicizia come motore creativo
La collaborazione tra Bernal e Luna è un esempio di come l’amicizia possa essere un motore creativo e un’ispirazione per progetti di grande successo. La loro esperienza dimostra che la condivisione di un percorso artistico può portare a risultati straordinari e che l’amicizia può essere un elemento fondamentale per la realizzazione di opere di grande valore.