Scontro frontale tra Roccella e Anelli sulla denuncia di maternità surrogata
A pochi giorni dall’approvazione della legge che in Italia rende la Gestazione per altri (Gpa), meglio nota come maternità surrogata, un reato universale, scoppia la polemica tra la ministra delle Pari opportunità e della famiglia, Eugenia Roccella, e il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli.
La ministra Roccella sostiene che i medici sono tenuti a denunciare i casi sospetti alla Procura, in quanto pubblici ufficiali. “Un pubblico ufficiale, e anche il medico – ha detto nei giorni scorsi intervenendo alla trasmissione Tagadà su La7 – è tenuto a segnalare i casi di sospetta violazione della legge sulla maternità surrogata alla Procura. E poi si vedrà”.
Al contrario, il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, ribatte che il dovere del medico è curare e che sono esentati dall’obbligo di denunciare la persona assistita. “Il nostro dovere è curare e siamo esentati dal denunciare la persona assistita”, afferma Anelli.
Le posizioni a confronto: il dovere di cura vs. l’obbligo di denuncia
La posizione di Roccella è netta: “un pubblico ufficiale, e anche il medico – ha detto nei giorni scorsi intervenendo alla trasmissione Tagadà su La7 – è tenuto a segnalare i casi di sospetta violazione della legge sulla maternità surrogata alla Procura. E poi si vedrà”.
La ministra sostiene che l’applicazione della legge dovrebbe avere un effetto fortemente dissuasivo e che non c’è differenza tra la Gpa e la compravendita di un bambino, che è reato in tutto il mondo.
I medici, però, non sono d’accordo. Il medico, afferma Anelli, “ha il dovere di curare. Che il medico sia esonerato dall’obbligo di denuncia nei confronti del proprio paziente lo si desume anche dal capoverso dell’articolo 365 del Codice penale che esime il medico da tale obbligo quando il referto esporrebbe la persona assistita a procedimento penale. Quindi il medico non deve, è vero, ostacolare la giustizia – precisa – ma non deve, soprattutto, porre in essere atti che mettano a rischio la relazione di cura, limitando la tutela della salute dei cittadini”.
La legge sulla maternità surrogata e le reazioni
La legge che rende la Gpa ‘reato universale’ è stata approvata lo scorso 16 ottobre grazie ad un ddl a firma della deputata di Fdi Carolina Varchi, approvato dal Senato e in precedenza dalla Camera. In Italia la Gpa è già un reato da venti anni, ma la nuova legge estende ora la punibilità anche per chi l’ha praticata all’estero: si rischiano pene fino a due anni di reclusione e multe fino a un milione di euro.
Le opposizioni hanno denunciato che la nuova normativa va contro la Costituzione, crea “bambini di serie A e di serie B” ed ha uno stampo “medioevale”. Sulla stessa linea le Famiglie Arcobaleno e le associazioni Lgbt.
Lo scontro si preannuncia molto duro, con i Radicali già pronti alla presentazione di un quesito referendario abrogativo. L’Associazione Luca Coscioni, da parte sua, ha assicurato battaglia nei tribunali: sono già 30 le coppie che si apprestano a presentare ricorso.
Un dibattito complesso e divisivo
Il dibattito sulla maternità surrogata è complesso e divisivo, con posizioni etiche e legali che si scontrano. La nuova legge italiana, che la rende un reato universale, ha suscitato forti reazioni, con medici che si oppongono all’obbligo di denuncia e opposizioni che denunciano una normativa discriminatoria. Sarà interessante osservare come si evolverà la situazione e come le diverse posizioni troveranno un punto di incontro.