Un cambio di rotta necessario
Il mondo è alle prese con un problema crescente: la produzione di rifiuti solidi urbani. Secondo le stime, entro il 2050, raggiungeremo la cifra di 3,8 miliardi di tonnellate all’anno. La necessità di un cambio di rotta è ormai una consapevolezza diffusa.
Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un’evoluzione significativa nelle abitudini di consumo. L’utilizzo di borracce, il divieto delle buste di plastica e la diffusione di ‘case dell’acqua’ sono solo alcuni esempi di come la società stia abbracciando uno stile di vita più sostenibile.
Anche il boom dei mercatini dell’usato, frequentati da un pubblico sempre più giovane, è un segnale positivo. La ricerca di oggetti vintage e lo shopping di seconda mano sono diventati trend di moda, contribuendo ad allungare il ciclo di vita dei prodotti.
Anche nel settore tessile, si assiste a un cambiamento. La crescente consapevolezza del consumatore e le decisioni comunitarie, come l’obiettivo dell’Unione Europea di rendere i prodotti tessili durevoli, riciclabili e privi di sostanze pericolose entro il 2030, stanno gradualmente portando al declino del fast fashion.
La stessa Unione Europea, nella direttiva del marzo 2022, ha sottolineato l’importanza di servizi di riutilizzo e riparazione economicamente vantaggiosi per indurre i consumatori a dare vita lunga ai loro tessili di qualità.
Le 5R e il futuro del riciclo
Le 5R dell’economia circolare – Riduzione, Riuso, Riciclo, Raccolta, Recupero – sono principi che si affermano con sempre maggiore forza. Nonostante la strada sia ancora lunga, i progressi sono evidenti.
In Italia, ad esempio, si stanno diffondendo le ciclofficine, i Repair Cafè e i centri di assistenza per la riparazione di oggetti tecnologici. In città come Milano, l’Associazione Giacimenti urbani promuove la cultura della prevenzione degli sprechi e dell’economia circolare.
Il mercato dei prodotti ricondizionati è in forte crescita, come dimostrano i dati di Wallapop e di uno studio di Ipsos per Certideal. Lo studio evidenzia come l’Italia stia abbracciando un nuovo modello di consumo sostenibile, con lo smartphone come simbolo di questa tendenza.
Il 19 ottobre si celebra l’International Repair Day, un’iniziativa che in pochi anni ha contribuito a diffondere la cultura della riparazione e del riutilizzo.
L’emergere di termini e neologismi specifici legati al mondo del ri-uso, insieme alla diffusione di nuovi trend sui social media, riflette una tendenza globale verso un modo di vivere più sostenibile.
Un lessico per la sostenibilità
L’evoluzione del linguaggio riflette il cambiamento in atto. Termini come ‘upcycling’, ‘repurposing’, ‘crafting’, ‘underconsumption core’, ‘swap party’, ‘freecycling’, ‘gratiféria’ e ‘mottainai’ sono diventati parte del vocabolario comune, testimoniando la crescente attenzione verso un consumo più consapevole e responsabile.
Anche il ‘thrifting’, ovvero l’acquisto di beni di seconda mano, ha acquisito un nuovo significato e un lessico specifico. Termini come ‘deadstock’, ‘O.O.A.K.’, ‘flea bite’, ‘andare a caza de gangas’ e ‘fukubukuro’ sono diventati parte del gergo di chi ama il ‘thrifting’, contribuendo a diffondere la cultura del riutilizzo e del riciclo.
Un futuro sostenibile
La strada verso un futuro sostenibile è ancora lunga, ma i progressi fatti negli ultimi anni sono incoraggianti. La crescente consapevolezza ambientale, l’evoluzione delle abitudini di consumo e l’impegno delle istituzioni sono fattori chiave per un cambiamento positivo. La sfida è quella di continuare a promuovere un modello di consumo responsabile, che valorizzi il riutilizzo e il riciclo, e che contribuisca a preservare le risorse del nostro pianeta.