La Scienza Convalida la Leggenda
Per decenni, la storia dei due leoni dello Tsavo, che terrorizzarono gli operai impegnati nella costruzione della ferrovia tra Kenya e Uganda alla fine del XIX secolo, ha alimentato leggende e dibattiti. Ora, grazie a un’analisi del DNA, la scienza conferma che i due felini erano davvero “mangiatori di uomini”. Un team di ricercatori dell’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign e del Museo di Storia Naturale Field di Chicago ha analizzato i peli incastrati nei denti dei leoni, ora conservati in un museo, e ha identificato il DNA di sei diverse specie di prede, tra cui l’uomo. Oltre agli esseri umani, i leoni avevano divorato giraffe, gnu, zebre e due specie di antilopi, l’orice e il cobo.
Un Metodo Rivoluzionario
La scoperta è stata resa possibile da un nuovo metodo sviluppato dai ricercatori per estrarre e analizzare il DNA da singoli peli trovati nei denti di animali museali. “La parte più importante di questo studio è stata la messa a punto di un metodo per estrarre e analizzare il Dna proveniente da singoli peli trovati nei denti di esemplari di musei storici”, spiega Alida de Flamingh dell’Università dell’Illinois, che ha guidato lo studio. “Questo metodo può essere utilizzato in molti modi e speriamo che altri ricercatori lo applichino per studiare il Dna ricavato da teschi e denti di altri animali.”
Le Sorprese della Dieta dei Leoni
Grazie alle lesioni dentali, come i canini rotti, che hanno permesso ai peli delle prede di accumularsi nelle cavità esposte, i ricercatori sono riusciti a estrarre il DNA, anche se molto degradato, e a identificare le diverse specie. La presenza di peli di gnu è stata una sorpresa, dato che l’area di pascolo di questi animali più vicina si trova a oltre 80 chilometri dal punto in cui i leoni sono stati uccisi. Ciò suggerisce che gli gnu vivevano in zone diverse in quel periodo o che i due felini hanno viaggiato più di quanto si pensasse in precedenza.
Un’Innovazione per la Ricerca Storica
Questa ricerca rappresenta un passo avanti significativo per lo studio del passato, aprendo nuove possibilità per l’analisi del DNA di animali museali. La capacità di ricostruire la dieta di animali storici, grazie all’analisi del DNA dei peli, può fornire informazioni preziose sulle loro abitudini alimentari, i loro spostamenti e l’ambiente in cui vivevano. Questa scoperta potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione del passato e contribuire a svelare i misteri di specie estinte o di animali vissuti in epoche remote.