Escalation della violenza in Medio Oriente
La situazione in Medio Oriente è sempre più tesa con l’escalation di violenza tra Israele e i suoi nemici. Dopo l’attacco con drone alla residenza del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, Israele ha intensificato i bombardamenti su Gaza e Libano, provocando un numero crescente di vittime civili.
Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha condannato l’attacco, definendolo una “grave violazione del diritto internazionale umanitario” e ha chiesto ulteriori assicurazioni per la sicurezza dei contingenti militari impiegati nella missione Unifil.
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Galant ha visitato il confine settentrionale e ha dichiarato che “l’Idf è passato dallo sconfiggere il nemico alla sua distruzione” e che “nei villaggi di contatto i terroristi non possono affrontare i soldati dell’esercito”
L’agenzia di stampa statale libanese segnala che nella giornata di oggi sono stati effettuati “14 attacchi israeliani” in 15 minuti su un villaggio di confine.
L’Autorità palestinese condanna il “massacro” nella Striscia di Gaza, dopo l’attacco israeliano delle scorse ore a Beit Lahiya, nel nord della Striscia. Il ministero degli Esteri palestinese ha definito il governo israeliano e la comunità internazionale “interamente e direttamente responsabili del massacro in corso” e ha chiesto un cessate il fuoco immediato.
Il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente Tor Wennesland ha lanciato l’allarme per la crisi umanitaria in corso nella Striscia di Gaza, dove “nessun luogo è sicuro per i civili per sfuggire ai bombardamenti”.
L’Iran minaccia di rispondere a qualsiasi attacco
L’Iran ha minacciato di rispondere a qualsiasi attacco israeliano, affermando che “qualsiasi attacco contro l’Iran da parte di Israele sarà considerato come un superamento delle linee rosse e non resterà senza risposta”.
Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha sottolineato che Teheran ha identificato tutti gli obiettivi militari e non in Israele e si vendicherà di qualsiasi attacco alle sue strutture nucleari o contro siti simili.
Araghchi ha anche accusato gli Stati Uniti di essere “gli alleati dei sionisti” e di fornire le armi utilizzate da Israele nei suoi attacchi. Ha avvertito che se si verifica una guerra su larga scala nella regione, anche gli Stati Uniti saranno trascinati in essa.
Gli Stati Uniti cercano di mediare la situazione
Gli Stati Uniti stanno cercando di mediare la situazione, ma il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha affermato che “alla fine prenderà le sue decisioni in base ai suoi interessi nazionali”
Gli Stati Uniti stanno anche indagando su una fuga di notizie di intelligence altamente riservate sugli Stati Uniti sui piani di rappresaglia di Israele contro l’Iran. La fuga di notizie è “profondamente preoccupante”, ha detto un funzionario statunitense.
Il bilancio delle vittime
Il bilancio delle vittime nell’escalation di violenza è in continuo aumento. Sono almeno 87 i morti nell’attacco israeliano di ieri sera sulla città di Beit Lahiya, nel nord di Gaza, secondo il ministero della Sanità di Hamas.
Cinque persone sono rimaste uccise oggi in due attacchi aerei israeliani che hanno preso di mira le città di Sarifa e Kfar Dounine, nella regione meridionale del Libano.
Almeno 8 palestinesi sono rimasti uccisi oggi in una serie di attacchi aerei condotti da Israele in diverse località della Striscia di Gaza.
Da fine settembre, la guerra ha ucciso almeno 1.454 persone in Libano, secondo un conteggio dell’Afp delle cifre fornite dal ministero della Salute libanese.
L’esercito israeliano elimina comandanti di Hezbollah
L’esercito israeliano ha eliminato due comandanti di Hezbollah e un esperto di comunicazioni del gruppo filo-iraniano: lo ha reso noto l’Idf su Telegram. Si tratta del “comandante di alto livello del Fronte Sud di Hezbollah”, Al-Haj Abbas Salama, del capo di un’unità di produzione di armi responsabile della costruzione di armi strategiche, Ahmad Ali Hussein, e dell’esperto di comunicazioni Rada Abbas Awada.
Considerazioni personali
La situazione in Medio Oriente è estremamente complessa e delicata. La violenza in corso sta causando un numero crescente di vittime civili e sta mettendo a rischio la stabilità della regione. È fondamentale che la comunità internazionale si impegni a trovare una soluzione pacifica al conflitto, promuovendo il dialogo e la cooperazione tra le parti in causa. La ricerca di una soluzione diplomatica è l’unica strada per evitare un’escalation della violenza e per garantire la sicurezza e la prosperità di tutti i popoli della regione.