Ritardo di 34 mesi per cure di logopedia e psicomotricità
Il Tribunale di Genova ha emesso una sentenza che condanna l’Asl3 genovese a risarcire una famiglia con 5mila euro. La causa riguarda un bambino a cui nel 2019 è stata diagnosticata un disturbo dello spettro autistico. L’Asl3 lo ha inserito nella lista d’attesa per i trattamenti di logopedia e psicomotricità, ma il bimbo è stato effettivamente preso in carico solo 34 mesi dopo la diagnosi.
Di fronte a questo ritardo, i genitori si sono rivolti a un centro privato per le cure del figlio. Assistiti dall’avvocato Risa Lasagna, hanno citato in giudizio l’Asl3 per chiedere il rimborso delle spese sostenute.
Il tribunale ha disposto una consulenza medico legale che ha confermato la gravità del ritardo. La consulenza ha stabilito che se il bambino avesse atteso 34 mesi prima di iniziare le cure riabilitative, questo avrebbe avuto come conseguenza “un mancato o un ridotto miglioramento delle sue condizioni, e pertanto a un pregiudizio grave e irreversibile nei confronti del suo stato di salute”.
Diritto alla cura urgente a carico del sistema pubblico
La sentenza emessa dalla giudice Maria Ida Scotto ribadisce un principio fondamentale: “ove la cura sia necessaria ed urgente, essa è a carico del sistema pubblico” con o senza autorizzazione della stessa Asl.
Il tribunale ha sottolineato che la cura è “rimborsabile in quanto, se non lo fosse, il relativo onere sarebbe a carico del paziente e se costui non avesse le risorse, la salute sarebbe compromessa”.
Questa sentenza ribadisce l’importanza del diritto alla salute e alla cura tempestiva, soprattutto per i bambini con disturbi dello spettro autistico. La diagnosi precoce e l’intervento tempestivo sono fondamentali per migliorare la qualità di vita dei bambini e per favorire la loro inclusione sociale.
Riflessioni sul diritto alla salute e l’accesso alle cure
Questa sentenza rappresenta un importante precedente per il riconoscimento del diritto alla salute e all’accesso alle cure in tempi ragionevoli. Il ritardo nell’erogazione di servizi essenziali, come la logopedia e la psicomotricità, può avere conseguenze gravi e irreversibili sullo stato di salute di un bambino.
È fondamentale che le istituzioni sanitarie si adoperino per garantire l’accesso tempestivo alle cure, soprattutto per le persone con bisogni speciali. La sentenza di Genova dovrebbe servire come monito per migliorare l’organizzazione e l’efficienza dei servizi sanitari pubblici, garantendo che i pazienti non siano costretti a ricorrere a cure private per mancanza di tempestività.