Il potere politico e il “villaggio” della cultura
“Gli scrittori sono una parte di un villaggio più grande, tutto quello che noi chiamiamo cultura, anche se è un po’ riduttivo”, ha affermato Alessandro Baricco in un’attesa e applaudita performance all’Arena del Padiglione Italiano della Buchmesse di Francoforte. Il suo intervento, dedicato a Letteratura e impegno civile, ha visto Baricco riflettere sul rapporto tra il mondo della cultura e il potere politico.
Lo scrittore ha evidenziato come il potere politico, indipendentemente dalla sua natura, abbia sempre cercato di controllare, indirizzare e gratificare il “villaggio” culturale. “Spiace negli anni vedere immutata una cosa: io subito identificai quando entrai in questo mondo che se bisogna parlare di potere politico, l’istinto primo del potere politico nei confronti di questo villaggio è in qualche modo controllarlo, indirizzarlo, segnarlo e gratificarlo della propria presenza”, ha sottolineato Baricco.
Secondo lo scrittore, questo atteggiamento del potere politico è “puerile, ingenuo, anche un po’ storto” e non può portare a nulla di positivo. “Visto dalla nostra parte c’è qualcosa che fa sorridere. Si tenta sempre di fare questo. In realtà nel nostro villaggio c’è così tanta forza mentale, talento, narcisismo, idolatria, determinazione, resistenza, rabbia, anche bellezza, che qualsiasi tentativo di controllare tutto questo è stupido”, ha aggiunto Baricco.
La forza e la vitalità del “villaggio” culturale
Con un’immagine evocativa, Baricco ha sottolineato la forza e la vitalità del “villaggio” culturale, paragonandolo a un fiume inarrestabile. “Non ce la farete mai. Le strade che presidiate? Non passiamo da lì. I punti che controllate? Noi siamo il fiume. Potete illuminare l’intera città perché nessuno scappi, noi saremo sotto terra. Potete conquistare le torri, i casi più clamorosi, ma dietro c’è un intero villaggio che vi sta scappando, non ce la potere fare”, ha affermato.
Baricco ha invitato a riconoscere la grandezza e la complessità del mondo della cultura, un mondo che non può essere controllato o manipolato. “Quanta energia sprecata, quando invece ci sarebbe così tanto da fare: difendere il villaggio affinché abbia cibo, affinché non si chiuda, aiutarlo. È un villaggio prezioso”, ha spiegato.
La necessità di rendere la cultura accessibile a tutti
Lo scrittore ha infine sottolineato l’importanza di rendere la cultura accessibile a tutti, non solo a una ristretta cerchia di addetti ai lavori. “E l’altra cosa che dovrebbe essere il principale obiettivo di qualsiasi politica culturale è riuscire a scaricare a terra lo spettacolo di quel talento, di quella pazzia perché deve essere non il privilegio di una comunità di pazzi ma il respiro di una comunità più grande, farlo entrare nel sistema sanguigno”, ha concluso Baricco.
Un messaggio di speranza e di apertura
L’intervento di Baricco è stato un messaggio di speranza e di apertura, un invito a riconoscere la forza e la vitalità del mondo della cultura e a lavorare per renderlo accessibile a tutti. Le sue parole sono un invito a difendere la cultura, a sostenerla e a promuoverla, affinché possa continuare a essere un motore di crescita e di progresso per la società.
Considerazioni personali
Le parole di Baricco ci invitano a riflettere sul ruolo della cultura nella società e sul rapporto tra il mondo dell’arte e il potere politico. È importante riconoscere la forza e la vitalità del mondo culturale, che non può essere controllato o manipolato. La cultura è un bene prezioso che deve essere difeso e reso accessibile a tutti, non solo a una ristretta cerchia di addetti ai lavori. La cultura è un motore di crescita e di progresso per la società, e deve essere sostenuta e promossa da tutti.