La crisi dell’accoglienza a Trieste: il Silos chiuso, le strade piene
La chiusura del Silos, la struttura fatiscente che per anni ha ospitato migranti in transito a Trieste, ha portato ad un aumento significativo del numero di persone che dormono all’addiaccio in città. Un rapporto congiunto di diverse associazioni, tra cui Comunità di San Martino al campo, Diaconia valdese, Donk, Ics, International rescue committee, Linea d’ombra e No name kitchen, intitolato “Silos vuoto-Strade piene”, ha evidenziato la situazione critica che si è creata dopo la chiusura della struttura.
Secondo il rapporto, da fine giugno a fine settembre, una media di 100-120 migranti hanno dormito ogni notte nei pressi della stazione centrale di Trieste. Nel periodo compreso tra il 21 giugno e il 20 settembre, le associazioni hanno incontrato ben 5.054 persone in quella zona, con una media di circa 55 nuovi arrivi al giorno. Il 57% dei migranti incontrati erano uomini adulti singoli, il 21% famiglie, il 19% minori stranieri non accompagnati e il 3% donne adulte singole.
I principali paesi d’origine dei migranti sono Afghanistan, Siria e Kurdistan turco. Solo il 18% di coloro che sono stati incontrati ha dichiarato di voler chiedere protezione internazionale a Trieste.
Tempi d’attesa e trasferimenti: una situazione difficile
Il rapporto evidenzia anche la difficoltà nell’accesso all’accoglienza, con tempi d’attesa che hanno superato i 20 giorni in alcuni casi. La frequenza dei trasferimenti è aumentata, con 13 trasferimenti (di cui 7 in Sardegna) che hanno interessato circa 450 persone tra il 24 giugno e il 21 settembre. Nonostante ciò, una media di circa 100 richiedenti asilo si trova ogni giorno in attesa di accoglienza nelle zone adiacenti la stazione.
La situazione è aggravata dalla mancanza di strutture adeguate e dalla scarsità di servizi di supporto per i migranti. Il rapporto sottolinea la necessità di “rinforzare i servizi di bassa soglia” e “prevedere una mensa serale” per rispondere ai bisogni immediati di queste persone.
Richieste di intervento alle autorità
Il rapporto rivolge una serie di raccomandazioni alle autorità competenti. Al Comune di Trieste si chiede di “rinforzare i servizi di bassa soglia” e “prevedere una mensa serale”. Alla Questura si chiede di “applicare correttamente la normativa sull’accesso alla procedura di asilo”. Alla Prefettura si chiede di “portare a compimento nel minor tempo possibile la ristrutturazione dell’Ostello di Campo Sacro”. Infine, a Prefettura e Viminale si chiede di “garantire trasferimenti regolari e assidui da Trieste”.
Il rapporto “Silos vuoto-Strade piene” evidenzia la gravità della situazione a Trieste, dove la chiusura del Silos ha lasciato un vuoto incolmabile nell’accoglienza dei migranti. Le associazioni che hanno redatto il rapporto chiedono un intervento urgente da parte delle autorità per garantire una risposta adeguata ai bisogni di queste persone.
La complessità del fenomeno migratorio
La chiusura del Silos a Trieste evidenzia la complessità del fenomeno migratorio e la necessità di un approccio multidimensionale alla sua gestione. La mancanza di strutture adeguate e di servizi di supporto per i migranti in transito crea situazioni di emergenza e di vulnerabilità. La collaborazione tra istituzioni, associazioni e cittadini è fondamentale per garantire un’accoglienza dignitosa e un’integrazione sociale efficace.