Scurati critica il motto “Radici nel futuro”
Antonio Scurati, autore del quarto capitolo della serie dedicata a Mussolini, M L’ora del destino, ha espresso una critica serrata al motto della Buchmesse “Radici nel futuro”, sostenendo che esso rappresenti un tentativo di riscrittura della storia basato su una “memoria faziosa, identitaria, partigiana, polemica” che cerca nemici.
“Mi pare chiaro che ‘Radici nel futuro’ evoca un tentativo di riscrittura della nostra storia basato non sulla verità storica, sull’oggettività che consente una coscienza condivisibile, una coscienza civile, ma basato su una memoria di parte”, ha dichiarato Scurati a margine della presentazione del suo libro allo Stand Giunti-Bompiani alla Buchmesse.
Secondo Scurati, questo tentativo di riscrivere la storia è una “negazione della storia” e parte integrante del programma politico dell’estrema destra in Italia e in Europa.
Un’analisi critica del motto
Scurati ha approfondito la sua critica, affermando che le “radici” evocate dal motto affondano nella storia del fascismo e neofascismo novecentesco, e che non sono state mai del tutto tagliate. Questo, secondo lo scrittore, costringe gli organizzatori a guardare indietro con uno sguardo reazionario.
“Non vedo rappresentata la creatività, il fermento creativo dell’Italia di oggi e non lo è perché quando si è costretti, in base a una scelta di militanza politica, a guardare indietro, con uno sguardo reazionario si esclude il fermento creativo”, ha concluso Scurati.
Riflessioni sulla critica di Scurati
La critica di Scurati solleva un importante quesito sul ruolo della memoria e della storia nella società contemporanea. La scelta di un motto come “Radici nel futuro” può essere interpretata in modi diversi, e la critica di Scurati pone l’accento sulla potenziale strumentalizzazione della memoria per scopi politici. È importante riflettere su come la storia viene narrata e interpretata, e se questo processo contribuisce a un’analisi critica del passato o a una sua manipolazione per fini ideologici.