Un finanziamento insufficiente per un sistema in crisi
La Legge di Bilancio 2025, approvata dal Consiglio dei Ministri, ha suscitato preoccupazione nel mondo sanitario, con diverse voci critiche che si levano contro l’insufficienza dei fondi stanziati per la sanità pubblica. Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ha definito il Ministero della Salute ‘senza portafoglio’, evidenziando l’incremento di soli 900 milioni di euro per il 2025 come del tutto inadeguato per affrontare le urgenze del sistema sanitario nazionale (SSN).
Cartabellotta sottolinea come questo aumento sia insufficiente per far fronte alle necessità di un SSN in ‘codice rosso’, oltre che per sostenere le riforme già avviate, in particolare quella sulle liste di attesa. Secondo il presidente Gimbe, con questa cifra irrisoria non vi sarà alcun potenziamento della sanità pubblica, con un ulteriore aumento della spesa privata e la rinuncia alle cure da parte di milioni di persone.
L’appello del presidente Gimbe è chiaro: è fondamentale che, durante i lavori parlamentari, almeno parte dei 3 miliardi previsti per il 2026 vengano resi disponibili già per il prossimo anno. Un rilancio significativo e costante del finanziamento pubblico è essenziale per evitare che l’accesso alle cure diventi un privilegio riservato a chi può permetterselo, invece di essere un diritto garantito per tutti.
Dubbi sulla reale efficacia delle misure per il personale medico
Anche il segretario del maggiore sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed, Pierino Di Silverio, ha espresso dubbi sulla reale efficacia delle misure previste per il personale medico. Pur riconoscendo lo stanziamento di 3,7 miliardi di euro per la sanità, Di Silverio sottolinea che non sono sufficienti a colmare i gap esistenti rispetto all’Europa e che, proprio per la limitatezza delle risorse, è fondamentale capire come verranno spese.
In particolare, Di Silverio ha espresso preoccupazione per la defiscalizzazione sull’indennità di specificità medica, annunciata in due tranche. Per il segretario Anaao, questa soluzione sarebbe una ‘presa in giro’, in quanto si posticiperebbe un aumento per lo stipendio dei medici, che invece è necessario come segnale immediato da parte del governo in un momento di emergenza. Di Silverio chiede la defiscalizzazione dal primo gennaio 2025, oltre a un anticipo economico sul prossimo contratto di lavoro dei medici 2025-2027, in attesa dell’inizio della trattativa del contratto attuale 2022-2024 che scade a dicembre.
L’appello per un’azione incisiva: tassare sigarette e alcol
Di Silverio ha anche lanciato un appello al governo: ‘Tassiamo le sigarette e l’alcol, come da tempo i medici chiedono, e utilizziamo le risorse per la sanità’. La sua argomentazione è chiara: in un momento di emergenza, è fondamentale dare un segnale al personale medico e investire in un sistema sanitario che garantisca l’accesso alle cure per tutti.
La sfida della sostenibilità del sistema sanitario
La situazione descritta evidenzia la complessa sfida della sostenibilità del sistema sanitario italiano. L’insufficienza di finanziamento, unita all’aumento della spesa sanitaria e alle crescenti esigenze di una popolazione in invecchiamento, richiede un approccio strategico che tenga conto di diverse variabili. E’ necessario investire in un sistema sanitario che sia efficiente, equo e accessibile a tutti, garantendo al contempo la sostenibilità economica del sistema. La ricerca di nuove fonti di finanziamento, la promozione di stili di vita sani e la razionalizzazione della spesa sanitaria sono elementi chiave per affrontare questa sfida complessa.