Un monologo contro gli stereotipi femminili
Carlotta Vagnoli, scrittrice, conduttrice e attivista, porta in scena al Teatro Massimo di Cagliari “Le solite stronze”, un monologo ironico che indaga cosa significhi essere donne oggi. Lo spettacolo, che inaugura la rassegna Pezzi Unici del Cedac, è un’analisi pungente e divertente degli stereotipi femminili, con un’attenzione particolare al linguaggio e alla cultura contemporanea.
“Nello spettacolo si alternano un discorso più leggero, pungente e sarcastico e un ragionamento più profondo, per indagare e comprendere cosa significhi essere donne oggi”, spiega Vagnoli, autrice di opere come “Maledetta Sfortuna”, “Poverine” e “Memoria delle mie puttane allegre”.
“Uno sguardo transfemminista può dare molto a tutte le forme d’arte, perché corrisponde al mondo che stiamo vivendo”, sottolinea l’autrice, impegnata da anni nella formazione degli adolescenti sulle questioni di genere.
Svelare gli stereotipi e celebrare la libertà
“Le solite stronze” parte dagli stereotipi con cui cresciamo e di cui è difficile liberarsi: “non sembra possibile che la donna angelicata sia un modello fondativo femminile nell’era digitale”, afferma Vagnoli. Lo spettacolo si basa sull’idea che, secondo la visione maschilista e patriarcale, le donne che non si conformano ai modelli tradizionali, che sono polemiche, volitive e libere, sono considerate “le solite stronze”.
Attraverso la rappresentazione di queste figure “contro corrente”, Vagnoli vuole rompere le gabbie in cui nessuna aveva voglia di stare, celebrando la libertà di essere se stessi e di non sottomettersi agli stereotipi.
Un viaggio tra donne di carta e figure reali
Lo spettacolo si snoda attraverso la narrazione di storie di “donne di carta” come Emma Bovary e Anna Karenina, Catherine Earnshaw di “Cime Tempestose”, e figure di spicco della cultura e della politica, da Michela Murgia a Carola Rackete, da Laura Boldrini a Elena Gianini Belotti e Sanna Marin.
Attraverso queste figure, Vagnoli vuole mostrare la diversità e la complessità del mondo femminile, sfidando gli stereotipi e celebrando la libertà di essere se stessi.
Il linguaggio come specchio della società
Accendere un faro sugli stereotipi significa affrontare anche il tema del linguaggio. “Il mondo cambia attraverso le parole”, afferma l’artista, “lo vediamo con i femminili singolari e le nuove forme inclusive: il linguaggio riflette la società”.
Vagnoli sottolinea l’importanza del teatro come luogo di riflessione e di confronto, dove il pubblico può vivere e partecipare alle storie raccontate, in un contesto democratico e inclusivo.
Un’esperienza teatrale coinvolgente
“Le solite stronze” è un’esperienza teatrale coinvolgente e stimolante, che invita il pubblico a riflettere sulla propria identità e sulla società in cui viviamo. Lo spettacolo si basa su un mix di sarcasmo e riflessione profonda, con un’analisi del linguaggio e della cultura contemporanea, che rende il monologo di Carlotta Vagnoli un’opera attuale e necessaria.
Un’analisi degli stereotipi femminili
“Le solite stronze” è un’opera che affronta un tema importante e attuale, quello degli stereotipi femminili. Attraverso un linguaggio ironico e coinvolgente, Vagnoli riesce a far riflettere il pubblico sulla propria identità e sulla società in cui viviamo. Il monologo è un esempio di come il teatro possa essere uno strumento di analisi e di critica sociale, capace di promuovere un cambiamento positivo nella società.