Le parole di Impagnatiello
“Tentai poi di cancellare tutto, come se far sparire una persona fosse come buttare una caramella. Cercavo di eliminare ogni traccia di Giulia, cercai di eliminare Giulia dando fuoco (…) Ora è tutto chiaro, tutto insensato quella che avevo intenzione di fare. Non era come buttare una caramella, non si può (…) polverizzare un corpo”. Queste le parole di Alessandro Impagnatiello, imputato per l’omicidio di Giulia Tramontano, in uno dei colloqui con gli esperti nominati dalla Corte d’Assise. Il 31enne, riporta la perizia, alla domanda sul perché ha ucciso ha risposto: “perché ho visto tutto finito”.
Impagnatiello, durante il colloquio con i periti, alla domanda sul perché abbia ucciso Giulia ha spiegato: “non lo so…perché ho visto tutto finito..tutto perso… non c’è una motivazione, non ci sarà mai una motivazione.. Ho visto il mio lavoro, ho visto la mia famiglia, ho visto la relazione con lei…ho visto tutto svanito. Ho visto la mia sconfitta, detta in maniera squallida, agli occhi di tante persone. Poteva essere il collega, poteva essere la famiglia, poteva essere lei, poteva essere chiunque intorno a me…ho visto la sconfitta e colpii Giulia”.
Un’ammissione di colpa e un’analisi psicologica
Le parole di Impagnatiello sono un’ammissione di colpa, ma anche un’analisi psicologica di un uomo in preda al panico e alla disperazione. Il suo racconto, seppur sconvolgente, rivela un profondo senso di impotenza e incapacità di gestire la situazione. La sua visione del mondo, focalizzata sulla “sconfitta” e sulla “perdita”, lo ha portato a compiere un atto estremo, non riuscendo a vedere un’altra via d’uscita. L’immagine che emerge è quella di un uomo fragile, incapace di affrontare le responsabilità delle sue azioni e di gestire le conseguenze del suo comportamento. Il suo racconto, seppur brutale, fornisce un’ulteriore chiave di lettura per comprendere la tragedia che ha colpito Giulia Tramontano e la sua famiglia.
Riflessioni sul caso
Il caso di Giulia Tramontano è un dramma che ha scosso l’Italia. Le parole di Impagnatiello, seppur non giustificano il suo gesto, offrono un’opportunità per riflettere sul tema della violenza di genere e sulla necessità di un’azione sociale più incisiva per prevenire e combattere questo fenomeno. La fragilità del sistema di protezione delle donne e la difficoltà di accesso a percorsi di aiuto sono aspetti che vanno affrontati con urgenza. È fondamentale ricordare che la violenza di genere non è mai colpa della vittima, ma un atto di aggressione che non può essere tollerato. La storia di Giulia Tramontano deve essere un monito per tutti noi, un’occasione per impegnarci a costruire una società più giusta e sicura per le donne.