‘Riflettori sempre accesi’: il Pd in Albania per monitorare i centri
Il Partito Democratico ha annunciato una “staffetta” di parlamentari italiani ed europei nei centri di accoglienza in Albania, con l’obiettivo di monitorare la situazione e denunciare le violazioni del diritto d’asilo. Alla prima ‘spedizione’ partecipano il segretario di Più Europa Riccardo Magi, due deputati dem (Paolo Ciani e Rachele Scarpa) e una di Avs (Francesca Ghirra).
La segretaria del Pd Elly Schlein ha definito l’accordo con l’Albania “un accordo che spreca 800 milioni per violare il diritto fondamentale a chiedere asilo”, chiedendo al governo di chiarire i costi del trasferimento dei migranti e denunciando “un livello di disumanità” inaccettabile.
Le notizie dall’interno del Cpr di Gjader arrivano dai deputati giunti in sopralluogo. Scarpa ha parlato della possibilità concreta che tutti gli ospiti debbano essere riportati in Italia: “Abbiamo avuto la garanzia che se domani non verranno convalidati i trattenimenti di queste persone, che hanno tutte fatto richiesta di asilo, verranno riportate in Italia. Se così sarà – e secondo me è plausibile viste le loro storie – ci troveremmo di fronte a un fallimento incredibile del governo Meloni”.
Magi ha definito il centro “un lager” e ha affermato che “credo la parte migliore sia la sezione penitenziaria, e con questo dico tutto… nel senso che almeno è la parte in cui vige un regolamento. Ci sono degli enormi punti oscuri nelle procedure seguite”.
Anche diversi parlamentari europei si sono mobilitati, con Cecilia Strada che ha preannunciato un’interrogazione urgente alla commissione Ue per chiedere di “verificare la rispondenza alla legislazione comunitaria” del modello Albania e, in caso contrario, di “aprire una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia”. “Sappiamo già che questi trasferimenti sono in violazione della recente sentenza della Corte di Giustizia Europea che ha bocciato i criteri italiani per la qualificazione di paese di provenienza sicuro”, ha sostenuto anche il pentastellato Alfonso Colucci.
Il Pd propone una legge per superare la Bossi-Fini
Oltre alle denunce, il Pd ha messo in campo anche delle proposte concrete. Al Nazareno è stato promosso il convegno “La svolta necessaria” sul tema migranti e presentato il progetto di legge per superare la Bossi-Fini, con l’obiettivo di “governare il fenomeno dell’immigrazione, non subirlo” e rendere la migrazione “legale, semplice, sicura”.
L’ex ministro Graziano Delrio ha affermato che “oggi il problema è che in Italia non si può entrare in modo regolare” e ha proposto “l’iscrizione in una lista” di chi vuole entrare nel Paese, “con nome e cognome”, per rispondere, ad esempio, “ad una richiesta di lavoro”. La leva sarebbe “un meccanismo di sponsorship” da parte di aziende, università o altre realtà radicate nel paese.
“L’interesse nazionale è avere lavoratori e persone che stanno qui stabilmente e dignitosamente”, ha aggiunto Delrio, proponendo uno “spostamento delle competenze dal ministero degli Interni al ministero del Lavoro”. Infine, ha proposto la semplificazione con i “permessi di soggiorno rilasciabili da parte del Comune in 24 ore”.
L’emergenza migratoria e la necessità di un approccio olistico
La questione migratoria è un tema complesso che richiede un approccio olistico e non solo un’azione di contrasto. Il Pd, con la sua iniziativa di monitoraggio dei centri in Albania e la proposta di legge per superare la Bossi-Fini, si pone l’obiettivo di affrontare la questione in modo strutturale, promuovendo un sistema di immigrazione legale e sicuro. È importante che il dibattito pubblico si concentri non solo sulle criticità, ma anche sulle soluzioni concrete per gestire il fenomeno migratorio in modo efficace e rispettoso dei diritti umani.