Un viaggio nella Firenze del primo Cinquecento
La Galleria degli Uffizi di Firenze si arricchisce di tre nuove sale dedicate ai pittori fiorentini attivi nei primi due decenni del XVI secolo, un periodo di grande fermento artistico che ha visto la nascita della cosiddetta “maniera moderna”, la fase più matura del Rinascimento.
Queste sale, inaugurate al secondo piano della Galleria, si trovano alla fine del Terzo corridoio e concludono, cronologicamente, la narrazione storico-pittorica del museo. L’obiettivo è quello di contestualizzare le sale dedicate a Leonardo, Michelangelo e Raffaello, mostrando come il loro genio abbia ispirato e guidato gli artisti toscani nel loro percorso creativo.
“Queste tre nuove sale permettono di contestualizzare le sale Leonardo, Michelangelo e Raffaello al secondo piano della Galleria, ricostruendo la ricchezza e la vivacità della pittura fiorentina del primo ventennio del Cinquecento, per mostrare plasticamente quanto l’eccelso esempio di da Vinci, Buonarroti e Sanzio abbia ispirato e guidato nel loro esercizio creativo e stilistico gli artisti toscani agli albori del XVI secolo”, spiega il direttore Simone Verde.
“Vogliamo che questo museo si possa sfogliare come fosse un manuale di Storia dell’arte”, aggiunge Verde, sottolineando l’intento di rendere il museo un luogo di apprendimento e di scoperta per il pubblico.
Un percorso tra capolavori e maestri
Il percorso espositivo si snoda attraverso tre sale, ognuna dedicata a un maestro del periodo: Fra’ Bartolomeo, Andrea del Sarto e Franciabigio.
Nella prima sala spicca “La Visione di San Bernardo” di Fra’ Bartolomeo, posta in dialogo con la “Visitazione” di Mariotto Albertinelli, con cui condivise la bottega per molti anni prima di prendere i voti.
La seconda sala è dedicata interamente ad Andrea del Sarto, con al centro la “Madonna delle Arpie”, un capolavoro del 1517 che occupa la parete di fondo. La sala presenta una selezione di opere che illustrano la sua evoluzione artistica, dalla fase giovanile alla maturità.
L’ultimo ambiente è dedicato a Franciabigio, con opere come la “Pala di San Giobbe” (1516). La sala include anche lavori di altri artisti fiorentini del periodo, come Alonso Berruguete, Domenico Beccafumi e Domenico Puligo.
Tra le novità del percorso espositivo, la “riunione” di quattro pannelli che facevano parte della Camera Borgherini, un ciclo di pitture progettate per decorare una stanza da letto matrimoniale nel palazzo della famiglia Borgherini. Tra gli artisti che vi lavorarono, Andrea del Sarto, Pontormo e Francesco Granacci.
Un’illuminazione che valorizza le opere
L’allestimento delle nuove sale è stato curato con attenzione ai dettagli, con una particolare attenzione all’illuminazione. La curatrice della Pittura del ‘500 Anna Bisceglia ha spiegato come “In precedenza le sale erano dotate di lucernari che non valorizzavano la qualità dei dipinti”.
La nuova illuminazione verticale con fari puntati permette di apprezzare al meglio le opere, esaltandone i colori e i dettagli.
“Abbiamo inteso restituire in un solo colpo d’occhio e in una sequenza organica, quale ricchezza numerica e qualitativa Firenze seppe esprimere attraverso i molti artisti che si mossero in quel ventennio così straordinario sul fronte artistico”, conclude la Bisceglia.
Un’opportunità per riscoprire la Firenze del Cinquecento
L’inaugurazione di queste nuove sale rappresenta un’occasione unica per riscoprire la ricchezza e la vitalità della pittura fiorentina del primo Cinquecento. Il percorso espositivo, curato con attenzione e competenza, permette di apprezzare al meglio le opere di maestri come Andrea del Sarto e Fra Bartolomeo, ma anche di scoprire artisti meno noti, contribuendo a restituire un quadro completo del panorama artistico fiorentino di quel periodo. La scelta di contestualizzare le sale dedicate ai grandi maestri del Rinascimento con quelle dedicate agli artisti fiorentini del primo Cinquecento dimostra l’intento di creare un percorso espositivo che sia non solo esteticamente gradevole, ma anche ricco di spunti di riflessione e di approfondimento.