La destituzione di Sergio Muñoz
Il Congresso cileno ha destituito il giudice della Corte suprema, Sergio Muñoz, al termine di un processo politico per corruzione promosso dalla destra all’opposizione. La decisione, che ha visto il togato interdetto dai pubblici uffici per cinque anni, rappresenta un evento storico, in quanto è la prima volta in 31 anni che il parlamento rimuove un giudice del massimo tribunale.
Le accuse contro Muñoz riguardano non solo corruzione, ma anche la mancata osservanza del suo dovere. Si ritiene che il giudice abbia coperto un viaggio in Italia della figlia, anch’essa giudice, quando si credeva che quest’ultima stesse svolgendo le sue funzioni in Cile.
La prima denuncia, relativa alla corruzione, è stata approvata con 27 voti favorevoli e 21 contrari, mentre la seconda, riguardante la mancata osservanza del dovere, ha ottenuto 25 voti favorevoli e 23 contrari.
Un contesto di scandali
Il caso di Muñoz si inserisce in un contesto di scandali di corruzione che hanno investito la magistratura cilena negli ultimi mesi. La scorsa settimana, la stessa Corte suprema ha rimosso all’unanimità dal suo incarico la giudice Ángela Vivanco, nel contesto delle inchieste sullo scandalo di corruzione e traffico di influenze conosciuto come caso ‘Audio’.
Questi eventi hanno sollevato un’ondata di preoccupazione per l’integrità del sistema giudiziario cileno e hanno spinto il presidente Gabriel Boric a rivolgere un nuovo appello alla lotta contro la corruzione nel Paese, “da qualunque parte provenga”.
L’impatto sulla fiducia nel sistema giudiziario
La destituzione di un giudice della Corte Suprema per corruzione è un evento grave che mina la fiducia nel sistema giudiziario cileno. La corruzione, in qualsiasi forma si manifesti, è un male che erode la fiducia nelle istituzioni e danneggia la società nel suo complesso. È fondamentale che il Cile affronti con determinazione questo problema, garantendo la trasparenza e l’integrità del sistema giudiziario. La lotta alla corruzione deve essere un impegno costante e univoco, senza distinzioni di parte o di posizione.