Visita della Meloni a Unifil in Libano annullata per motivi di sicurezza
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha smentito la possibilità di una visita della premier Giorgia Meloni al contingente italiano di Unifil in Libano, prevista per venerdì. Crosetto ha spiegato che le condizioni di sicurezza non lo consentono, definendo la situazione “troppo pericolosa”.
Secondo il ministro, la mancanza di sicurezza è dovuta all’impossibilità di spostamenti in elicottero e alla precarietà della situazione in alcune zone del Libano, controllate da fazioni armate.
“Le condizioni di sicurezza non lo consentiranno, sarebbe troppo pericoloso per lei perché non sono possibili spostamenti in elicottero, ma soltanto su strada e su strada ormai quella è una parte del Libano che è sotto il controllo di nessuno, per cui sarebbe troppo rischioso. Non è andato neanche il capo di Stato Maggiore della Difesa che avrebbe voluto andare”, ha dichiarato Crosetto alla trasmissione ‘Cinque minuti’ su Rai 1.
Possibile aumento del contingente Unifil in cambio di pace
Crosetto ha anche ipotizzato la possibilità di un aumento del contingente Unifil, affermando che “se può salvare dalla guerra, perché no?” Attualmente, il contingente è composto da diecimila persone, con l’Italia che contribuisce con mille militari su un totale di quaranta Paesi.
Il ministro ha sottolineato la disponibilità internazionale ad un aumento del contingente, ma solo in cambio di pace e del ritiro delle truppe israeliane.
“Io penso che ci sarebbe la disponibilità internazionale ad un aumento del contingente se ci fosse in cambio la pace ed il ritiro delle truppe israeliane”, ha concluso Crosetto.
Considerazioni
La decisione di annullare la visita della premier Meloni al contingente Unifil in Libano evidenzia la complessa situazione di sicurezza che caratterizza la regione. La presenza di fazioni armate e la mancanza di un controllo effettivo in alcune zone rendono gli spostamenti estremamente rischiosi. L’ipotesi di un aumento del contingente Unifil in cambio di pace e ritiro delle truppe israeliane rappresenta un’interessante proposta, ma la sua attuabilità è legata a una serie di fattori politici e militari che richiedono una attenta valutazione.