La maternità surrogata diventa reato universale
Il Senato italiano ha approvato un disegno di legge che rende la gestazione per altri, più nota come maternità surrogata, un reato universale. Questo significa che la pratica sarà punibile anche se svolta all’estero, con pene che vanno fino a due anni di reclusione e multe fino a un milione di euro. La legge, proposta dalla deputata di Fratelli d’Italia Carolina Varchi, estende il divieto già in vigore in Italia da venti anni.
La ministra per la Famiglia, le Pari Opportunità e la Natalità Eugenia Roccella ha commentato la decisione affermando che “i diritti non sono stati negati, ma al contrario sono stati riaffermati e resi finalmente effettivi”.
Le critiche delle opposizioni
Tutte le opposizioni hanno espresso forti critiche alla nuova normativa, definendola incostituzionale, discriminatoria e “medioevale”. Il capogruppo di Italia Viva Ivan Scalfarotto ha affermato che il provvedimento viola l’articolo 3 della Costituzione, creando una distinzione tra “bambini di serie A e di serie B”.
La senatrice del Pd Cecilia D’Elia ha parlato di “ennesima arma di distrazione di massa” e di “scelta ideologica strumentale e gravemente incostituzionale”. La sua collega di partito Annamaria Furlan ha definito la legge “una legge contro i bambini”.
Diverse altre figure politiche hanno espresso la loro contrarietà, tra cui la deputata di Avs Luana Zanella, la senatrice M5s Alessandra Maiorino, il segretario di +Europa Riccardo Magi e la presidente di Famiglie Arcobaleno Alessia Crocini.
Le motivazioni della maggioranza
La senatrice di Fratelli d’Italia Lavinia Mennuni ha affermato che l’obiettivo è “sradicare il fenomeno del turismo procreativo”. Il collega di partito Lucio Malan ha aggiunto che la legge “difende la dignità delle persone, delle madri, dei bambini, che hanno diritto a sapere chi è il loro padre, chi è la loro madre ed hanno diritto a non essere merce”.
L’esponente della Lega Massimiliano Romeo ha ricordato che la legge vuole evitare che il divieto in Italia venga aggirato, mentre Pierantonio Zanettin di Forza Italia ha affermato che “il commercio dei neonati non può essere tollerato”.
La parlamentare di Fratelli d’Italia Carolina Varchi, prima firmataria del provvedimento, ha definito l’approvazione della legge “un momento storico” e ha sottolineato che “la maternità non può diventare un mercato” e che “il corpo delle donne non può essere noleggiato”.
Le reazioni delle associazioni
L’Associazione Luca Coscioni ha annunciato battaglia legale contro la nuova legge, mentre i Radicali hanno annunciato la presentazione di un quesito referendario abrogativo.
Pro Vita & Famiglia ha accolto con favore l’approvazione della legge, definendola “una giornata storica” e un “colpo durissimo all’osceno mercato internazionale di bambini alimentato dalla maternità surrogata”.
Le prospettive future
La nuova legge è stata criticata da molti, con l’Associazione Luca Coscioni che ha definito il reato universale “inutile e perfino dannoso”. Il segretario di +Europa Riccardo Magi ha espresso la speranza che la Corte Costituzionale annulli il provvedimento. Famiglie Arcobaleno ha annunciato che continuerà la sua battaglia “nei tribunali e nelle piazze”.
La legge ha suscitato un ampio dibattito in Italia, con posizioni contrastanti tra coloro che la vedono come una protezione per le donne e i bambini e coloro che la considerano un’offesa ai diritti delle persone e una limitazione della libertà di scelta.
Un dibattito complesso e divisivo
La legge sulla maternità surrogata ha aperto un dibattito complesso e divisivo in Italia. Da un lato, si pone la questione della tutela delle donne e dei bambini, con chi sostiene che la maternità surrogata possa essere sfruttamento e mercificazione. Dall’altro, si pone la questione del diritto all’autodeterminazione e alla genitorialità, con chi sostiene che la legge violi i diritti delle persone e limiti la loro libertà di scelta. È importante riflettere su entrambe le prospettive, cercando di comprendere le diverse posizioni e di trovare un punto di equilibrio tra la tutela dei diritti e la protezione delle persone più vulnerabili.