Un ex dipendente di Intesa Sanpaolo spia 3.572 clienti, tra cui 34 politici
Un’inchiesta della procura di Bari ha svelato un caso di spionaggio bancario su vasta scala, con un ex dipendente di Intesa Sanpaolo, Vincenzo Coviello, accusato di aver effettuato oltre 6.600 accessi abusivi ai conti correnti di 3.572 clienti. Tra le vittime di queste intrusioni, che si sono verificate tra febbraio 2022 e aprile 2024, ci sarebbero 34 politici, tra cui la premier Giorgia Meloni e il ministro della Difesa Guido Crosetto.
Secondo fonti accreditate, Coviello avrebbe visionato i movimenti bancari di 3.572 clienti di 679 filiali dell’istituto, con un’attenzione particolare a esponenti politici, personalità note del mondo dello sport e dello spettacolo, e figure interne alla banca, tra cui posizioni apicali e manager. L’uomo ha giustificato le sue azioni come frutto di “curiosità personale”, ma il ministro dell’interno, Matteo Piantedosi, ha espresso il “forte sospetto” che si tratti di un’azione sistematica di spionaggio e dossieraggio con l’obiettivo di “creare un’alterazione del percorso democratico”.
Le reazioni del mondo politico
La notizia ha suscitato forti reazioni nel mondo politico. Il responsabile organizzativo di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, ha parlato di “un vero e proprio attentato alla democrazia”, mentre il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha definito l’accaduto “gravissimo” e ha sollecitato una condanna unanime. Crosetto ha sottolineato come l’accesso ai conti correnti permetta di conoscere “tutto di una persona e della sua famiglia”, dalla scuola dei figli alle abitudini di spesa.
Anche il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha espresso la sua preoccupazione, sottolineando l’ipocrisia di chi protesta solo quando le intrusioni riguardano sé stessi. Renzi ha ricordato il caso del suo conto corrente, pubblicato a puntate dal Fatto Quotidiano con una violazione di legge, e ha chiesto un’analisi più ampia del problema.
Intesa Sanpaolo rafforza i sistemi di sicurezza
L’estrema facilità con cui Coviello ha avuto accesso ai conti correnti ha sollevato molti interrogativi sui sistemi di sicurezza interni alla banca. La Banca d’Italia ha chiesto a Intesa Sanpaolo di fornire chiarimenti sull’accaduto e sulle iniziative che intende intraprendere al riguardo.
L’istituto ha deciso di nominare a breve un generale dei carabinieri in pensione, Antonio De Vita, nel ruolo di chief security officer del gruppo, con la responsabilità per la cyber security e la sicurezza. De Vita era già stato assunto dal primo settembre scorso come senior advisor sui temi della sicurezza e cyber nello staff del consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina.
Un caso che solleva dubbi sulla sicurezza bancaria
Questo caso solleva seri dubbi sulla sicurezza dei sistemi bancari e sulla protezione dei dati personali dei clienti. La facilità con cui un ex dipendente è riuscito ad accedere a informazioni così sensibili mette in discussione l’efficacia delle misure di sicurezza adottate da Intesa Sanpaolo. È importante che l’istituto prenda provvedimenti efficaci per garantire la sicurezza dei propri clienti e ripristinare la fiducia nel sistema bancario.