L’attacco di Salvini e la replica di Stellantis
L’inaugurazione della M4 a Milano ha visto Matteo Salvini sferrare un duro attacco a Stellantis e al suo CEO Carlos Tavares. Il vicepremier e ministro dei trasporti ha accusato l’azienda di “malagestione e mal amministrazione”, chiedendo a Tavares e alla dirigenza di “chiedere scusa agli operai, agli ingegneri, ai tecnici, agli italiani e alla storia dell’auto italiana”.
La critica di Salvini fa seguito alla richiesta di incentivi per le auto elettriche avanzata da Tavares durante un’audizione al Parlamento. “Non chiediamo soldi per noi”, aveva detto il CEO, “ma chiediamo a voi di darci aiuto per i vostri cittadini, che in questa maniera possono acquistare veicoli che altrimenti non si possono permettere”.
Stellantis ha replicato alle accuse di Salvini attraverso la vice presidente delle Comunicazioni e Relazioni Pubbliche Daniela Poggio: “da parte nostra – dichiara Poggio – porteremo sempre avanti un dialogo franco, rispettoso e trasparente, perché abbiamo a cuore la nostra impresa, i nostri colleghi e le nostre colleghe, la filiera produttiva e tutto il Paese, consapevoli del valore che Stellantis ha per l’Italia”.
Il governo cerca il dialogo e i sindacati si mobilitano
Il ministro del made in Italy Adolfo Urso ha cercato di smorzare i toni, chiedendo a Stellantis di restare in Italia e di “affrontare con noi la sfida della transizione”. Urso ha sottolineato l’unità del sistema Paese, con maggioranza, opposizione, sindacati e imprese dell’automotive che chiedono alla multinazionale di rimanere in Italia.
Il segretario della Cgil Maurizio Landini, non rassicurato dalle promesse di Tavares, ha chiesto un intervento diretto di palazzo Chigi sulla situazione dell’automotive e dei siti italiani di Stellantis. Anche Giuseppe Conte ha chiesto che John Elkann, presidente di Exor e azionista di riferimento di Stellantis, venga in Parlamento.
Nel frattempo, i sindacati di categoria (Fim, Fiom, Uilm) hanno proclamato uno sciopero per il 18 ottobre. L’obiettivo è portare a Chigi un tavolo con Elkann, Tavares e le imprese dell’automotive per la costruzione di un piano e la definizione di un pacchetto straordinario di intervento di Bruxelles a salvaguardia dell’industria dell’auto, della componentistica e della mobilità in Europa.
La situazione di Stellantis in Italia: i numeri e le preoccupazioni
La situazione di Stellantis in Italia è preoccupante, come evidenziato dai numeri forniti da Carlo Calenda. I dipendenti sono diminuiti di 11.500 unità, altri 3.800 escono quest’anno, la gigafactory di Termoli non si fa, la produzione di veicoli commerciali è al minimo storico (-31%), e modelli italiani come la 500, la Topolino, la Panda e l’Alfa Romeo junior sono prodotte in Algeria, Serbia, Marocco e Polonia. Mirafiori ha avuto nel 2024 un calo dell’83%.
Il presidente di Confindustria Emanuele Orsini ha espresso preoccupazione per la situazione, definendo “una pazzia” la richiesta di ulteriori incentivi da parte di Stellantis. Anche il segretario della Fiom Michele De Palma ha chiesto che tutte le forze parlamentari sostengano lo sciopero unitario del 18 ottobre.
Un futuro incerto per l’automotive italiano
La situazione di Stellantis in Italia è un campanello d’allarme per l’intero settore automotive. La transizione verso l’elettrico e la globalizzazione del mercato stanno creando sfide importanti per le aziende del settore, che devono adattarsi rapidamente per rimanere competitive. Il governo italiano ha un ruolo fondamentale da svolgere nel supportare l’industria nazionale, garantendo un ambiente favorevole per gli investimenti e la creazione di posti di lavoro. La collaborazione tra governo, aziende e sindacati è essenziale per trovare soluzioni sostenibili per il futuro dell’automotive italiano.