L’inchiesta di Bari: un’ondata di accessi abusivi
Un’inchiesta della Procura di Bari ha svelato un’enorme mole di accessi abusivi ai conti correnti di clienti Intesa Sanpaolo, perpetrati da Vincenzo Coviello, ex dipendente dell’istituto. Coviello, dalla sua sede di Bisceglie, ha effettuato oltre 6.600 accessi abusivi, visionando i movimenti bancari di 3.572 clienti di 679 filiali. Tra le vittime, 34 politici, tra cui la premier Giorgia Meloni, ministri, parlamentari ed ex premier di ogni schieramento. Altre 43 personalità note del mondo dello sport, dello spettacolo e altro sono state spiate, così come 70 figure interne alla banca, per lo più posizioni apicali e manager. Il resto degli accessi riguarderebbe persone fisiche e giuridiche che in qualche modo avevano incrociato la sfera personale, locale e professionale dell’ex dipendente. Nonostante la vastità dell’operazione, nessun file sarebbe stato scaricato.
Le reazioni politiche: accuse di spionaggio e attentato alla democrazia
La premier Meloni ha definito l’accaduto un tentativo di ricatto e di destabilizzazione politica, insinuando la presenza di gruppi di pressione che non accettano la sua leadership. Il ministro dell’interno Matteo Piantedosi ha espresso il sospetto che si tratti di un’azione sistematica di spionaggio e dossieraggio, con la volontà di alterare il percorso democratico. Il responsabile organizzativo di FdI Giovanni Donzelli ha parlato di un vero e proprio attentato alla democrazia, accusando qualcuno di non accettare la sconfitta elettorale e di voler condizionare il risultato elettorale. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha definito l’intrusione nei conti correnti una violazione gravissima della sfera intima e privata, che non risparmia nessuno, neanche la premier e il ministro stesso. Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha criticato l’ipocrisia di Meloni, che protesta per lo spionaggio quando riguarda lei, ma ha tacciuto quando è successo ad altri.
Intesa Sanpaolo rafforza la sicurezza
L’estrema facilità con cui Coviello ha avuto accesso ai conti correnti ha sollevato molti interrogativi sui sistemi di sicurezza interni alla banca. La Banca d’Italia ha chiesto a Intesa Sanpaolo di fornire chiarimenti sull’accaduto e sulle iniziative che intende intraprendere. L’istituto ha deciso di nominare a breve un generale dei carabinieri in pensione, Antonio De Vita, come chief security officer del gruppo, con la responsabilità per la cyber security e la sicurezza. De Vita era già stato assunto come senior advisor sui temi della sicurezza e cyber nello staff del consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina.
Un’ombra sulla democrazia
Il caso dello spionaggio bancario solleva inquietanti interrogativi sulla sicurezza dei dati personali e sulla tenuta democratica. La facilità con cui Coviello ha avuto accesso a informazioni sensibili di politici e di altri personaggi pubblici mette in luce la fragilità dei sistemi di sicurezza e la vulnerabilità delle istituzioni. La vicenda ci ricorda l’importanza di tutelare la privacy e la riservatezza dei cittadini, e di garantire la trasparenza e l’integrità delle istituzioni.