L’attacco israeliano e le reazioni internazionali
L’esercito israeliano ha attaccato per la seconda volta in 48 ore postazioni dell’Unifil nel Libano del sud, aprendo il fuoco contro un posto di osservazione del quartier generale di Naqura e ferendo altri due caschi blu, stavolta cingalesi, di cui uno versa in gravi condizioni. A Labbouneh, invece, più a ridosso della Linea Blu al confine tra i due Paesi, è crollato un tratto del muro di demarcazione della base 1-31, presidiata da militari italiani e già colpita dagli spari dei tank dell’Idf il giorno prima.
L’Unifil ha denunciato l’accaduto, affermando che "diversi T-wall della nostra posizione 1-31 sono caduti quando un bulldozer dell’Idf ha colpito il perimetro e i carri armati dell’esercito israeliano si sono mossi in prossimità della posizione Onu". La missione ha anche annunciato di aver inviato in loco "una forza di reazione rapida dell’Unifil per assistere e rinforzare la posizione".
L’Italia, la Francia e la Spagna hanno condannato l’attacco e chiesto spiegazioni a Israele. Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha affermato che "i militari italiani non abbandoneranno la base" e che "sono in corso lavori di ripristino dei manufatti" danneggiati "nei giorni scorsi" in "coordinamento tra le unità italiane di Unifil, le Forze armate libanesi e le Forze di difesa israeliane".
Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha annunciato di aver scritto nuovamente al collega Israel Katz e al presidente israeliano Isaac Hergoz per sollecitare i risultati dell’inchiesta annunciata sugli attacchi definiti "totalmente inaccettabili", e per lo meno delle scuse.
Anche la Francia e la Spagna hanno convocato gli ambasciatori israeliani nei loro rispettivi Paesi per formalizzare "la ferma condanna" dell’accaduto e intimare a Israele di cessare gli attacchi ai caschi blu. Il presidente francese Emmanuel Macron ha definito l’attacco "inaccettabile" e ha chiesto che "non deve ripetersi mai più".
Anche il presidente americano Joe Biden e il capo del Pentagono Lloyd Austin hanno chiesto a Israele di fermare gli attacchi alle forze Onu. Il Regno Unito si è detto "inorridito" dagli spari contro l’Unifil, mentre la Russia e la Cina hanno espresso la loro "indignazione" e "preoccupazione".
La posizione di Israele
Israele ha assicurato di voler fare luce sugli attacchi alla forza Onu e di aver avviato "un’indagine approfondita al più alto livello". In base ad "un primo esame" sull’incidente odierno di Naqura, l’esercito israeliano ha riferito di aver "indentificato una minaccia a circa 50 metri" dalla postazione Unifil e di aver "risposto con il fuoco verso quella direzione", colpendola. I due caschi blu del contingente dello Sri Lanka sono quindi stati "inavvertitamente feriti durante i combattimenti con Hezbollah" che Israele accusa di "usare strutture civili e l’Unifil come scudi".
L’Idf ha anche spiegato che "ore prima" dell’accaduto l’esercito aveva dato istruzioni ai peacekeeper di "entrare in spazi protetti e di rimanervi".
Il ruolo dell’Onu
L’Onu ha espresso la sua preoccupazione per la sicurezza dei caschi blu e ha ribadito la necessità della missione di pace in Libano. La missione Onu ha affermato che "questi incidenti espongono ancora una volta i nostri caschi blu a rischi molto seri", ma ha anche precisato che "I militari italiani non abbandoneranno la base".
Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha ribadito la necessità della missione di pace in Libano, definita "indispensabile". Il Consiglio di sicurezza ha anche condannato gli attacchi israeliani e ha chiesto a Israele di cessare gli attacchi ai caschi blu.
La situazione in Libano e le sfide per la pace
La situazione in Libano è complessa e delicata. La presenza dell’Unifil è fondamentale per mantenere la pace nella regione, ma la missione si trova a operare in un contesto difficile, con la presenza di attori diversi con interessi contrastanti. L’attacco israeliano è un grave incidente che mette in discussione la sicurezza dei caschi blu e la possibilità di mantenere la pace in Libano. È importante che la comunità internazionale si impegni a trovare una soluzione pacifica e duratura al conflitto in Libano, garantendo la sicurezza dei caschi blu e la piena applicazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza dell’Onu.