L’inchiesta sul bonus facciate a Sassari
Si è aperta oggi al Tribunale di Sassari l’udienza preliminare per 53 persone accusate di associazione a delinquere finalizzata a commettere truffe a danno dello Stato nell’ambito delle misure di sostegno al settore edilizio, il cosiddetto bonus facciate. La Procura della Repubblica, con la pm Lara Senatore, ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati.
L’inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza, riguarda interventi di ristrutturazione delle facciate in 52 edifici a Sassari e in altri centri della provincia. Secondo l’accusa, gli imputati avrebbero usufruito illecitamente del bonus 90%, con relativo “sconto in fattura” sulle spese mai sostenute o gonfiate, incassando poi i crediti fiscali.
Le accuse riguardano un importo complessivo di oltre 5 milioni di euro. Tra gli imputati ci sono imprenditori edili, professionisti e amministratori di condomini, accusati di associazione a delinquere e indebita percezione di erogazioni pubbliche. Altri 47 imputati, privati proprietari di immobili e altri amministratori condominiali, sono accusati di concorso nel reato.
Le richieste delle difese
Stamattina, davanti al gup Gian Paolo Piana, gli avvocati della difesa hanno chiesto che gli imputati siano sottoposti a esame o possano rilasciare dichiarazioni spontanee. Si riservano di decidere in seguito se richiedere eventuali riti alternativi. Per tre imputati è stato chiesto il giudizio abbreviato condizionato a produzioni documentali.
Le due persone che avevano sporto denuncia dando il via all’inchiesta, padre e figlio, hanno chiesto di costituirsi parte civile. Richiesta contestata dalle difese, che sostengono che i due non sarebbero stati danneggiati in alcun modo dalle presunte truffe.
La prossima udienza
La prossima udienza è stata fissata per il 24 gennaio, quando si sottoporranno a esame i primi quattro imputati.
Un’ombra sul bonus facciate
Questa vicenda getta un’ombra sul bonus facciate, un’iniziativa che mirava a incentivare la riqualificazione energetica degli edifici e a sostenere il settore edilizio. La notizia di queste presunte truffe alimenta dubbi sulla reale efficacia di queste misure e sulla necessità di un maggiore controllo per evitare abusi e frodi. Il caso di Sassari rappresenta un monito per le autorità, che devono garantire la trasparenza e l’integrità nell’erogazione dei fondi pubblici.