Renzi accusa Meloni di ipocrisia
Matteo Renzi ha accusato Giorgia Meloni di ipocrisia per le sue proteste sulla pubblicazione del suo conto corrente da parte del Fatto Quotidiano. Il leader di Iv ha affermato che la Meloni, che insieme ad altre 6mila persone è stata spiata dal bancario di Bitonto, grida allo scandalo quando la vicenda la riguarda direttamente, ma è rimasta in silenzio quando casi analoghi hanno riguardato altri.
“Il mio conto corrente è già stato pubblicato a puntate dal Fatto Quotidiano con una violazione di legge incredibile e con il silenzio di larghissima parte dei media: allora nessuno disse nulla”, ha detto Renzi intervenendo a Omnibus su La7. “Io sono d’accordo, ma trovo ipocrita che lei protesti quando questa roba riguarda lei, e stia zitta quando riguarda altri”.
Renzi critica il garantismo “peloso” di Fdi
Renzi ha anche criticato il garantismo di Fratelli d’Italia, definendolo “peloso”. “Il rispetto delle regole o vale sempre o non vale mai”, ha affermato. “A me sembra che da parte di Fdi ci sia un garantismo peloso: garantisti e vittime quando le cose riguardano loro, giustizialisti aguzzini quando riguardano gli altri”.
Renzi contro le nuove norme sulla privacy per i parlamentari
Renzi ha infine contestato le possibili iniziative legislative per una stretta a tutela dei parlamentari. Secondo il leader di Iv, lo scudo per i politici è già previsto dall’articolo 68 della Costituzione. “Credo dunque sia un’idiozia pensare a una norma sulla privacy ad hoc”, ha concluso.
Un’analisi politica
Le parole di Renzi si inseriscono in un contesto di crescente tensione politica tra il Partito Democratico e Fratelli d’Italia. L’accusa di ipocrisia nei confronti di Meloni potrebbe essere interpretata come un tentativo di indebolire la figura del leader di Fdi e di mettere in discussione la sua credibilità. La critica al garantismo “peloso” di Fdi potrebbe essere vista come un attacco al partito in generale, accusato di non applicare gli stessi principi a tutti. La posizione di Renzi sulle norme sulla privacy per i parlamentari potrebbe essere interpretata come un tentativo di difendere il principio di uguaglianza di fronte alla legge e di contrastare eventuali privilegi per i politici.