Il picco del bostrico in Trentino è alle spalle, ma il rischio rimane
L’epidemia di bostrico in Trentino, che ha colpito pesantemente i boschi della provincia, sembra aver raggiunto il suo apice. Nonostante ciò, la situazione non è ancora del tutto risolta. Il rischio di diffusione del coleottero rimane elevato in 107 dei 442 catasti che compongono la provincia di Trento.
Il volume dei danni segnalati si è comunque ridotto rispetto al passato, passando da 1,5 milioni di metri cubi di alberi nel 2022-2023 ai circa 0,6 milioni di metri cubi nel 2023-2024. Questo dato positivo è un segnale incoraggiante, ma non deve indurre a sottovalutare la minaccia del bostrico.
Rimboschimento e monitoraggio costante
Il focus è ora sul ripristino dei boschi danneggiati e sulla prevenzione di potenziali rischi idrogeologici. Le attività di rimboschimento procedono a ritmo serrato, con la messa a dimora di 450.000 piantine all’anno. Parallelamente, la Provincia di Trento sta intensificando il monitoraggio del territorio, con particolare attenzione alle aree a rischio.
La Giunta provinciale ha approvato un piano che prevede una nuova classificazione del rischio bostrico per i comuni catastali. 34 comuni sono stati classificati a ‘rischio basso’, 16 a ‘rischio medio’ (giallo) e 27 a ‘rischio elevato’ (rosso). La maggior concentrazione delle aree ad elevato rischio si trova nel Trentino orientale, la zona più colpita dalla tempesta Vaia del 2018.
Impatto idrogeologico: un’analisi aggiornata
Il piano di intervento include anche un’analisi aggiornata dell’impatto delle aree danneggiate da Vaia e dal bostrico sui principali bacini idrografici. I dati mostrano un aumento della superficie danneggiata in alcuni bacini, come l’Avisio (dal 13% al 15,5%) e il Vanoi (dall’8% al 9,6%). L’aumento è più contenuto nei bacini del Fersina e del Cismon, mentre nel bacino del Brenta la superficie danneggiata è aumentata di appena lo 0,5%.
Un’emergenza che richiede un impegno costante
La lotta al bostrico in Trentino è una sfida complessa che richiede un impegno costante da parte delle istituzioni e dei cittadini. Il monitoraggio e la prevenzione sono fondamentali per evitare che la situazione degeneri. Il rimboschimento, con la messa a dimora di nuove piante, rappresenta un passo fondamentale per ripristinare l’equilibrio del territorio e garantire la salute dei boschi.
La sfida è ardua, ma con una collaborazione efficace tra istituzioni, cittadini e operatori del settore, il Trentino può superare questa emergenza e preservare il suo patrimonio boschivo.
Il futuro dei boschi trentini
L’epidemia di bostrico in Trentino rappresenta una seria minaccia per l’ecosistema montano. La perdita di alberi non solo ha un impatto negativo sulla biodiversità, ma aumenta anche il rischio di frane e alluvioni. È fondamentale che le autorità continuino a monitorare la situazione e a mettere in campo tutte le misure necessarie per contenere la diffusione del bostrico e ripristinare i boschi danneggiati. Il ripristino del patrimonio boschivo è un investimento a lungo termine che avrà ricadute positive sull’ambiente, sull’economia e sulla sicurezza del territorio.