Lo sciopero dei trasportatori paralizza Lima
Lo sciopero dei trasportatori in Perù ha bloccato la capitale Lima, nonostante l’annuncio del governo secondo cui solo una parte minoritaria del settore avrebbe incrociato le braccia. Autisti di bus, taxi e camion hanno invece scioperato in massa, sebbene l’Associazione del trasporto urbano (Atu) di Lima e del Callão, il più grande porto peruviano, avesse assicurato alla vigilia che oltre 400 aziende avrebbero lavorato. Molte strade della capitale erano semideserte, con grandi disagi per i passeggeri.
Proteste e repressione
Contemporaneamente nel centro di Lima le proteste contro l’insicurezza, alle quali hanno partecipato anche molti commercianti che hanno abbassato le saracinesche dei negozi, sono state represse con gas lacrimogeni dalla Polizia peruviana (Pnp).
Ultimatum dei trasportatori
Un folto gruppo di trasportatori urbani, formali e informali, ha annunciato poco fa che se il Parlamento non accoglie le loro rivendicazioni stanotte paralizzeranno le loro attività per altri due giorni, fino a sabato 12 ottobre.
Le richieste dei trasportatori
Il presidente della Confederazione nazionale dei trasportatori del Perù, Miguel Ángel Palomino Pedraza, ha chiesto ai deputati di non tradirli durante una sessione straordinaria del Parlamento dove si discutono misure per fermare la violenza in strada.
La crisi sociale in Perù
Lo sciopero dei trasportatori è solo l’ultimo episodio di una crisi sociale in Perù che dura ormai da mesi. Le proteste contro l’insicurezza, la corruzione e la povertà sono sempre più frequenti, e il governo sembra incapace di trovare una soluzione. La situazione è particolarmente grave a Lima, dove la popolazione è sempre più frustrata dalla mancanza di servizi e dalla crescente criminalità.