Tassi di default stabili, ma contesto incerto
Nonostante il contesto economico incerto, sia a livello nazionale che internazionale, i tassi di default delle imprese italiane rimangono stabili al 2,32% nel primo semestre del 2024. Questo dato emerge dall’osservatorio sulle imprese di Crif, presentato in occasione dei Tomorrow Speaks a Milano.
La stabilità si riscontra in tutte le tipologie di imprese: società di capitali (2,46%), società di persone (1,6%) e ditte individuali (2,42%). Le erogazioni complessive di credito registrano un leggero calo dello 0,1% per i finanziamenti e un incremento dello 0,9% per gli importi.
Settori in difficoltà: tessile e abbigliamento
Nonostante la stabilità generale, si evidenziano disomogeneità tra i singoli settori. Il tessile e l’abbigliamento, in particolare, risulta tra i settori più in difficoltà, con le società di capitali che registrano un forte aumento della rischiosità e al contempo un calo significativo degli importi erogati.
I default aumentano di 0,43 punti percentuali e gli importi erogati segnano un calo del 9,1%. La cessazione degli incentivi ecobonus ha inoltre frenato gli importi erogati alle imprese delle costruzioni, anche se la rischiosità del settore rimane ancora stabile su livelli elevati.
Le imprese innovative si distinguono
Un dato positivo emerge dall’analisi delle imprese innovative italiane, che si mostrano meno rischiose da un punto di vista creditizio (-0,7 punti percentuali rispetto al dato medio nazionale). Queste imprese presentano migliori indici di bilancio e pagano con più puntualità i fornitori.
Il ruolo della BCE e le prospettive future
Il recente taglio dei tassi operato dalla Banca centrale europea è un segnale positivo per le imprese italiane, in termini di riduzione del costo del debito e di potenziale impulso alla domanda di credito. Tuttavia, il livello degli interessi permane elevato e continua a rappresentare un elemento di criticità per i settori più vulnerabili.
“Il tasso di default delle aziende italiane rimane stabile nel primo semestre dell’anno, anche se il fragile contesto economico, sia a livello nazionale che internazionale, rappresenta una variabile rilevante per quanto riguarda la possibile evoluzione del rischio”, commenta Luca D’Amico, ceo di Crif Ratings.
Un segnale positivo, ma con sfide da affrontare
Il dato positivo sulla stabilità dei tassi di default è un segnale incoraggiante, ma non bisogna sottovalutare le sfide che le imprese italiane dovranno affrontare nei prossimi mesi. Il contesto economico globale rimane incerto e l’elevato livello degli interessi continua a pesare sulle aziende, soprattutto nei settori più vulnerabili. Sarà importante monitorare l’andamento del credito e delle erogazioni, prestando attenzione alle specificità di ciascun settore e alle misure di supporto che potrebbero essere necessarie per affrontare le difficoltà.