Un anno di dolore e speranza
A un anno dall’attacco del 7 ottobre 2023, la Comunità ebraica di Roma si è riunita per ricordare il massacro e chiedere la libertà dei propri cari. Davanti al Tempio Maggiore, all’ex Ghetto di Roma, un presidio organizzato dal Forum per le famiglie degli ostaggi, assieme all’Unione dei giovani ebrei di Italia, ha acceso un faro di speranza per i 101 ostaggi ancora nelle mani di Hamas.
Un’istallazione luminosa con 101 palloncini gialli, simbolo del numero degli ostaggi, ha illuminato la piazza, mentre i nomi e le storie dei rapiti venivano letti con commozione. La presenza dei dissidenti iraniani dell’associazione Donna vita libertà, con la bandiera iraniana baratta con una croce nera, ha sottolineato la solidarietà internazionale per la causa della liberazione.
Un appello per la libertà
“Sorprende che a distanza di un anno dal 7 ottobre siamo ancora qui a chiedere la liberazione. Ancora oggi ci sono 101 ostaggi nelle mani di Hamas”, ha detto il portavoce italiano del Forum delle famiglie degli ostaggi, Benedetto Sacerdoti. “L’iniziativa di oggi è un modo per tenere alta l’attenzione sui 101 ostaggi tenuti nelle mani di Hamas in condizioni terribili”, ha aggiunto Luca Spizzichino, presidente dell’Ugei.
Il Forum ha lanciato un appello a tutti i leader mondiali, alla comunità globale e a continuare a fare pressione su Hamas per il rilascio di tutti gli ostaggi. “L’opinione pubblica si dimentica troppo facilmente”, ha sottolineato Spizzichino, ribadendo l’importanza di mantenere viva la memoria e la richiesta di giustizia.
Preoccupazione per la crescente tensione
Benedetto Sacerdoti ha espresso preoccupazione per l’acuirsi della tensione anche in Italia, a seguito di una manifestazione a Roma in cui si è inneggiato alla distruzione di Israele. “Ieri a una manifestazione a Roma si è inneggiato alla distruzione di Israele. Alla vigilia di un anno dal terribile 7 ottobre, preoccupa l’acuirsi della tensione anche qui in Italia”, ha affermato Sacerdoti. “Mi ha sorpreso molto vedere bandiere di Hezbollah, organizzazione terroristica, sventolare nel cuore della Capitale di Italia.”
Sacerdoti ha sollevato un interrogativo sulla concessione di “guerriglia urbana” nel cuore di Roma, mentre gli ebrei, per commemorare le vittime e ricordare gli ostaggi, sono costretti a rimanere rinchiusi nel ghetto con ingenti misure di sicurezza. “Dobbiamo fare una riflessione se si è concesso di portare guerriglia urbana nel cuore di Roma, e gli ebrei invece per commemorare le vittime e ricordare gli ostaggi devono essere rinchiusi ancora una volta dentro al ghetto con ingenti misure di sicurezza”, ha concluso.
La memoria e la speranza
L’anniversario del massacro del 7 ottobre è un momento di profonda riflessione per la Comunità ebraica di Roma. La memoria delle vittime e la speranza per la liberazione degli ostaggi si intrecciano in un’unica richiesta di giustizia e pace. L’iniziativa di oggi dimostra la forza della comunità e la sua determinazione a non dimenticare, a non perdere la speranza e a continuare a lottare per la libertà dei propri cari.