Dimissioni e polemiche
Le dimissioni di Sue Gray, capo dello staff del premier laburista Keir Starmer, hanno scosso il governo britannico appena insediato. La sua uscita di scena, ufficialmente motivata dalla volontà di non rappresentare “una distrazione”, è stata interpretata dai media britannici come un “demansionamento” dal centro della macchina del potere. Gray, considerata una figura di spicco all’interno di Downing Street, è stata al centro di polemiche sullo “scandalo dei regali” che ha coinvolto il primo ministro e la first lady, nonché di sospetti di nepotismo e avidità. La sua posizione è stata ulteriormente indebolita dalle rivelazioni sul suo compenso, ritenuto eccessivo rispetto allo stipendio del primo ministro, e dalle indiscrezioni che hanno coinvolto la sua famiglia, in particolare l’ascesa del figlio a un seggio di deputato laburista.
Un incarico “part time”
Gray è stata riassegnata a un nuovo incarico, quello di emissaria del governo centrale per i rapporti con le nazioni e le regioni del Regno. Questo incarico, secondo Chris Mason, political editor della Bbc, è in realtà un “demansionamento” da un ruolo chiave a un incarico “part time fino ad oggi inesistente”. La sua uscita di scena è stata legata anche al ruolo che ha svolto nelle indagini amministrative sul cosiddetto Partygate, che ha contribuito alla caduta dell’allora premier conservatore Boris Johnson.
Un inizio difficile per il governo laburista
Le dimissioni di Sue Gray rappresentano un duro colpo per il governo laburista di Keir Starmer, che si trova a dover affrontare una serie di scandali e polemiche già nei primi mesi del suo mandato. La vicenda mette in luce la fragilità del nuovo governo e la difficoltà di gestire le aspettative e le pressioni che derivano dal potere. Il futuro del governo laburista è incerto, ma la vicenda di Sue Gray dimostra che il percorso per raggiungere la stabilità politica non sarà facile.